Un robottino deve salvare gli ultimi germogli sulla Terra prima che le alterazioni climatiche li distruggono. Ecco cosa ci propone questa startup innovativa di Mount Maunganui, in Nuova Zelanda
Salvare pomodori, peperoni, piselli, fagiolini… Ai bambini probabilmente l’idea non piacerà . Ma nel futuro imprecisato – che non pare poi così lontano – immaginato da questa software house indipendente situata ai nostri antipodi, la vera emergenza è quella di rinvenire gli ultimi semi e germogli prima che scompaiano per sempre. Non ci sono, in Doomsday Vault, le canoniche principesse da sottrarre dalle grinfie di qualche tarpano, al loro posto troviamo invece inermi vegetali che potrebbero soccombere per via delle bizze del clima. E un forte, insistente, messaggio di fondo ci invita non solo a indossare la “tutona” robotica per andarli a recuperare nei posti più impervi, ma anche a iniziare coltivazioni davvero sostenibili, sperando nella redenzione.
Doomsday Vault, il robottino di Greta?
È un gioco green, Doomsday Vault, capace, nel suo piccolo, di sensibilizzare gli animi. Ma non intende catechizzare nessuno, sia chiaro, anche perché i semi da recuperare sono solo il pretesto per buttarci a capofitto in zone altamente pericolose e potenzialmente cancerogene, zeppe di tranelli e insidie letali.
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Ci si ritrova così in livelli che richiederanno di valutare ogni singola mossa, perché appigli e piattaforme possono cedere al nostro passaggio, mentre qua e là una incauta pressione del nostro piedone su una mattonella sbagliata potrebbe attivare qualche marchingegno difensivo letale.
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In Doomsday Vault troviamo il classico repertorio dei rompicapo, e dunque interruttori da premere, piattaforme mobili, spuntoni acuminati, casse da spingere, pilastri da abbattere per creare ponti, guardiani che pattugliano incessantemente la via e che andranno elusi sgattaiolando loro alle spalle…
Di fatto, il titolo sviluppato dalla startup innovativa Flightless, di John O’Reilly e Greg Harding, situata a Mount Maunganui, in Nuova Zelanda, è una sorta di Captain Toad: Treasure Tracker. Purtroppo, però, i livelli appaiono un po’ meno brillanti e dal design derivativo, rispetto al titolo Nintendo, che rimane ancora oggi incantevole, sebbene qua e là pure in Doomsday Vault si notino guizzi notevoli e diverse sfide siano in grado di intrattenere per diverso tempo.
Probabilmente, la sola, vera, pecca del titolo è di non aver osato abbastanza, proponendo sì stage interessanti ed enigmi ben congegnati, senza però riuscire mai a introdurre, nell’economia di gioco, qualcosa di davvero unico e originale che non fosse già stato avvistato altrove, in titoli affini. Questo non vuol dire naturalmente che Doomsday Vault non diverta: tutt’altro. È un ottimo passatempo da giocare magari su Nintendo Switch sotto l’ombrellone in questa pigra estate italiana, ma con un pochino di sforzo in più sarebbe potuto essere davvero memorabile.