Il cibo del futuro potrebbe essere il baco da seta, e il Piemonte finirebbe presto per diventarne il produttore leader. Con un progetto che si chiama Bomb-Hi e stanzia fondi a favore dell’allevamento
Hermetia illucens e Bombyx mori non sono due nuovi personaggi della saga di Harry Potter, ma i nomi scientifici della mosca soldato e del baco da seta, due insetti che in un prossimo futuro potremo trovare sulle nostre tavole. Se il progetto Bomb-Hi, finanziato dalla regione Piemonte con 100mila euro in collaborazione con Università di Torino, Cnr e Ipla, proseguirà il suo corso, l’Italia si allineerà con gli altri paesi europei che già permettono l’allevamento e il consumo di insetti. Attualmente questa produzione di cibo “alternativo” si concentra in funzione dell’alimentazione animale ma c’è già chi, pensando all’ecosostenibilità, immagina spiedini di larve da fare sul barbecue.
Il baco da seta e la mosca soldato ci salveranno
Il progetto Bomb-Hi prevede lo stanziamento di fondi a favore dell’allevamento di due tipi di insetti: l’Hermetia Illucens, noto come mosca soldato o Black Soldier Fly, che si ciba di scarti organici “trasformandosi”, una volta macinato, in farina proteica (per ora usata in Europa solo come cibo per animali); e il Bombyx mori, cioè il baco da seta. La motivazione principale che spinge verso l’utilizzo e il consumo di insetti per l’alimentazione è la previsione di un aumento del 50% del fabbisogno di proteine animali per una popolazione mondiale che nei prossimi trent’anni si ipotizza passerà da 7 a 9 miliardi. Attualmente già 2 miliardi di persone nel mondo si cibano di insetti e in Europa si stimano 500 mila consumatori di cui buona parte in Belgio e Olanda, paesi già da qualche anno all’avanguardia sotto questo punto di vista. In un clima di emergenza alimentare anche l’Italia dovrà adeguare ricerca e mentalità a questa visione globale per far fronte ad un nuovo aspetto dell’alimentazione. D’altra parte l’ Efsa (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) non ha rilevato particolari rischi né per la salute umana né per gli animali da allevamento che già in parte si cibano di insetti.
Cosa dice la scienza
Ciò che ancora lascia perplessi, più che l’aspetto scientifico della ricerca (sono già note le caratteristiche nutrizionali degli insetti, ricchi di proteine, calcio e amminoacidi) è quello del pregiudizio culturale. Per questo c’è chi si è già attivato nella divulgazione e nella sperimentazione di un’arte culinaria a base di insetti. In realtà si dovrebbe semplicemente modificare un po’ la nostra visione del cibo. Presentare gli insetti come piatto principale altro non è che far salire di grado nella scala ipotetica delle componenti già presenti nella nostra alimentazione quali i formaggi con le larve, la mela col baco o la famosa tequila con il verme. Per coloro che però resisteranno al cambiamento, ci penserà l’antica saggezza dei latini a salvarli: si potrà sempre declinare l’offerta di una tartare di larve con un educato “De gustibus non est disputandum”.