Da una ex startup nipponica arriva su Switch e PC un FPS on rail incredibilmente demenziale
Dieci anni dopo il primo titolo, approda su Nintendo Switch e PC Gal*Gun Returns, uno dei videogiochi più folli e demenziali che la storia dei videogiochi ricordi, sempre a opera di Inti Creates Co., Ltd, software house nipponica fondata nell’ormai lontano 1996 da alcuni dipendenti e artisti provenienti dalla più nota Capcom.
La storia alla base di Gal*Gun Returns è quanto mai folle: Patako, un Cupido, sta per scoccare una freccia su un liceale giapponese. Il suo obiettivo è Tenzou, un ragazzo come tanti altri suoi coetanei, dunque risulta piuttosto timido e impacciato, di media bellezza e con ben poca esperienza in fatto di ragazze. Ma il putto è intenzionato a cambiargli la vita. Per via della sua sbadataggine, però, bersaglia l’ignara preda con ben decine e decine di frecce dell’amore che lo rendono immediatamente irresistibile per ogni ragazza si trovi nel raggio di chilometri.
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Il nostro dovrà quindi resistere all’assalto di migliaia di studentesse, ginnaste, sportive, nuotatrici e chi più ne ha più ne metta che, in preda agli ormoni, vogliono consegnargli la tradizionale letterina con la dichiarazione formale. Sulla base di una trama assolutamente farneticante (ve lo avevamo detto) poggia un gameplay ancora più demenziale: di fatto Gal*Gun Returns è un vecchio FPS on rail in cui ci limiteremo a poter muovere il mirino della nostra arma in direzione delle pulzelle infoiate che si precipiteranno su di noi.
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Tranquilli. È una pistola assolutamente innocua. Non a caso l’arma che vi darà Cupido in persona per scusarsi del guaio che ha combinato si chiama Pistola a Feromoni e serve per mandare in estasi chiunque vi assalga (i doppi sensi si sprecano), così da tranquillizzarlo all’istante, soprattutto se riuscirete a mirare esattamente nel punto debole della ragazza bersagliata. Diverso ovviamente a seconda del bersaglio.
Allunga il brodo il fatto che a inizio gioco vi venga chiesto qual è la ragazza che volete davvero conquistare (vengono rispettati i cliché classici di anime e manga: si può scegliere tra la giunonica un po’ goffa ma sempre allegra, la sportiva iraconda, l’artista di buona famiglia e quella del primo anno amante del rock’n’roll matta come un cavallo). A seconda della scelta dovrete affrontarla come boss di fine livello, in un combattimento più lungo e impegnativo del solito durante il quale potrete sfruttare i punti deboli – che imparerete a conoscere – al fine di farla innamorare una volta per tutte.
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Insomma, avrete capito che questo demenzialissimo titolo nipponico distribuito in Occidente dall’etichetta britannica Pqube regge unicamente sul fans ervice. Non a caso, tra le caratteristiche del gioco, gli sviluppatori si vantano di avere introdotto in Gal*Gun Returns qualcosa come “423 tipi di mutandine che aspettano di essere scoperte”. Questo però non vuol dire che sia un videogame osé.
Tutt’altro: nella miglior tradizione giapponese, ci si ferma a battute birichine, sguardi maliziosetti e situazioni ampiamente fraintendibili, con qualche indumento intimo che si intravede di tanto in tanto e basta a fare arrossire le gote dell’adolescente che sarà corso a scaricare il gioco. Chi ama anime e manga zeppi di doppi sensi (da Lamù e Ranma 1/2 in poi, insomma) amerà anche Gal*Gun Returns. Forse il solo titolo in grado di dare un senso agli FPS on rail nel 2021.