Il nuovo capitolo della saga di Coffee Stain Studios. Quasi dieci anni fa la startup svedese l’aveva ideata per scherzo
Mai sottovalutare la capra Pilgor: sa giocare a calcio, può trascinare bancali con la sua linguaggia appiccicosa e incornare persone che manco The Rock. Bentornati in un nuovo capitolo di Goat Simulator, divertente e delirante videogioco targato dagli svedesi di Coffee Stain Studios, che l’hanno lanciato quasi dieci anni fa raccogliendo un successo di pubblico inaspettato. Disponibile anche su Xbox Series X/S, Goat Simulator 3 è pronto per arricchire le vostre serate (meglio se in compagnia) con ore e ore di spensieratezza. Non essendoci una trama, il titolo vi butta in un open world denso di esperienze, mini giochi e occasioni per fare semplicemente quel che ci va. Ricordate quella sensazione meravigliosa di guidare senza una meta in GTA? Ecco, non è poi così diversa vissuta nei panni lanosi di una capra.
Per chi fosse a digiuno di Goat Simulator, una doverosa premessa: il videogioco è ironico fin dal titolo. Non c’è nulla ma proprio nulla di simulativo. Quando aprirete gli occhi sul mondo, a bordo di un furgone guidato dal nuovo padrone (che conosce bene la natura anarchica di Pilgor), sarete subito colpiti dall’espressione delle altre capre. Lingue cadenti, sguardi persi nel vuoto. Ma sono usciti tutti matti? In Goat Simulator 3 saltelliamo in un sandbox dove buona parte delle cose che vi verranno in mente si potranno fare. Distruggere, trasportare, dare fuoco, giocare a calcio, pilotare bolidi e molto molto altro.
La storia di Goat Simulator, sulla quale ci permettiamo una digressione, è senz’altro istruttiva per le startup e software house del gaming. Quando otto anni fa gli sviluppatori svedesi hanno caricato su YouTube pochi minuti del prototipo che avevano realizzato nel tempo libero mica si aspettavano una pioggia di visualizzazioni. Loro, all’inizio, scherzavano: mica lo volevano fare davvero quel videogioco. E invece da un momento di svago e divertimento è nato un business.
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Pilotando in terza capra la nostra simpatica capretta, potremo farci ispirare dal contesto in Goat Simulator 3, seguendo piccole missioni o deviando per esplorare il circondario. Le cose da fare non mancano e si fanno interessanti soprattutto in multiplayer (locale o online fino a quattro giocatori). In questa fattoria degli animali di orwelliana memoria non sono i maiali, ma è Pilgor a dettare legge, sfidando rinoceronti, umani, giraffe e altre bestie in competizioni senza esclusioni di colpi.
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Fate conto di trovarvi in un’edizione scema di Riders Republic in cui le attività sono molteplici e, in questo caso, senza logica. Nel complesso Goat Simulator 3 si conferma un titolo irresistibilmente scoordinato: i movimenti sono goffi e gli effetti dei nostri urti esagerati proprio per generare risate a non finire. A livello grafico abbiamo riscontrato alcuni glitch che, in un titolo simile, quasi potrebbero non notarsi, ma che a volte ci hanno fatto perdere di vista la nostra capretta. Goat Simulator 3 si inserisce in un filone di titoli che fanno dell’essere impacciati e dinoccolati una virtù. Insomma, prodotti che meritano senz’altro un posto nella vostra libreria gaming.