La saga, dopo il reboot, continua ad accelerare verso l’immediatezza d’esecuzione, sacrificando la simulazione
Esattamente un anno fa, a inizio 2021, Electronic Arts completava l’acquisizione dell’etichetta britannica Codemasters, specializzata nei racing game. Visto che EA non ha mai amato troppo le simulazioni d’auto, preferendo titoli molto più caciaroni e improntati sull’immediatezza, ci eravamo chiesti se serie come Formula 1, DIRT, Project CARS e GRID avrebbero iniziato a sterzare verso l’arcade. Ora che è arrivato GRID Legends possiamo iniziare a dare qualche risposta…
Sottosterzo e sovrasterzo in GRID Legends
La serie, in realtà , aveva iniziato ad abbandonare il realismo a partire dal suo reboot, risalente ormai a tre anni fa. Con GRID Legends, però, possiamo dire che la corsa verso l’arcade sia stata accelerata. L’offerta è più o meno quella di sempre: gli appassionati del marchio non faticheranno a riconoscere i circuiti parigini, barcellonesi e qatarioti: scorci famigliari, costruiti ancora una volta sul solido EGO Engine.
Dove GRID Legends si differenzia maggiormente dal contenuto degli ultimi capitoli è nell’introduzione di una nuova modalità storia, sceneggiata – pur tra mille eccessi grotteschi – con dovizia di particolari: Driven to Glory. Ci ritroveremo così impelagati nelle difficoltà economiche del team Seneca, ormai a un passo dal dover bere la cicuta (ah-ah-ah…) e fare di tutto, lungo i 35 eventi che ci aspettano, per riportarlo in vetta, a iniziare dalla necessità di confrontarsi con avversari tutt’altro che leali.
Non è variata di una virgola, di contro, la modalità Carriera, che propone sfide di difficoltà crescenti da intraprendere via via con categorie di veicoli differenti, così da provarli prima o poi tutti. Con i suoi 250 eventi, declinati in 130 circuiti/percorsi (in realtà si tratta delle stesse piste in 22 ambientazioni configurate in modo diverse e riassemblate a piacimento), la Carriera è insomma la vera dorsale del gioco. Almeno in solitaria.
Molto divertente e adrenalinica la modalità multplayer a 21 giocatori: questa volta l’on line è stato sgrassato di ogni orpello a favore dell’immediatezza. Basti pensare che è perfino possibile finire catapultati in una partita in corso, sostituendosi all’improvviso alla CPU.
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In questo modo sono dimezzati i tempi di attesa, mentre il cross-platform (è disponibile su Microsoft Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S) assicura un bacino d’utenza elevato, così da potersi confrontare sempre tra pari. Le icone presenti sulle auto, un po’ ingombranti, danno comunque tutte le informazioni del caso, dicendoci la versione di gioco utilizzata dagli sfidanti (PC o console) e soprattutto se chi abbiamo davanti sia un avversario umano o un bot.
Ma torniamo all’analisi del gioco. La sterzata verso l’arcade da un lato scontenterà chi cercava un prodotto che lo impegnasse solo per ciò che riguarda la tenuta in strada dei veicoli: nel titolo Codemasters è possibile, dopo qualche giro, disattivare tutti gli aiuti e restare in pista, indipendentemente dai cavalli che scalpitano sotto il nostro sedere (il nostro consiglio è mantenere almeno la traiettoria consigliata, anche perché indica quando frenare e con quale intensità ).
Questo non vuol dire che le auto non si lascino andare a sovrasterzo o sottosterzo: semplicemente non ci sono grandi differenze tra una e l’altra, se non per “categorie” e quasi tutte consentono di prendersi allegramente a sportellate prima di iniziare a fare i conti con seri danni a parti vitali (sempre ammesso che li abbiate attivati). Torna dal passato il bizzarro approccio della CPU nei confronti del sistema di guida del giocatore: in teoria sarebbe in grado di adattarsi al nostro stile diventando più o meno aggressivo, più o meno stressato se tendiamo a tallonare chi ci precede
Il divertimento insomma è di quelli spiccioli e genuini. Dimenticata la Codemasters del passato, che faceva titoli seriosi, la realtà sopravvissuta all’acquisizione di EA è indubbiamente votata allo sviluppo di titoli molto più caciaroni e folli, che ben si sposano con l’ottimo impianto multiplayer votato all’immediatezza.