Scelta dopo scelta, si cresce. Un videogioco da leggere e osservare
Gli anni dell’adolescenza definiscono, non del tutto, chi siamo. I luoghi che attraversiamo, gli studi che intraprendiamo, le passioni che coltiviamo, le amicizie e i litigi. Tutto questo plasma la nostra identità. Chi oggi ha più di trent’anni ammetterà quanto negli ultimi tempi la narrazione sui giovanissimi sia cambiata, e in meglio. Dalle serietv ai videogiochi, è come se il mondo dei creativi abbia fatto proprio uno stile più genuino di trattare i drammi e le gioie di un periodo della vita, l’adolescenza appunto, che, una volta adulti, si tende sempre a banalizzare o a riassumere in sterili stereotipi. I Was a Teenage Exocolonist, disponibile su NintendoSwitch, va proprio in questa direzione, proponendo una visual novel profonda e coraggiosa.
Sviluppato da NorthwayGames, I Was a Teenage Exocolonist è il prodotto di Sarah e Colin Northway, partner di vita e di lavoro. Entrambi cresciuti nell’ecosistema gaming, hanno deciso di lanciare la propria software house, sviluppando un titolo che mescola la narrativa al deck-building, con carte collezionabili che non servono tanto a vincere, ma ad affrontare le prove della vita, dagli esami alle competizioni sportive. A volte le cose vanno bene, altre volte no. Ma è normale e il videogioco non vi butterà mai giù di morale da questo punto di vista.
La storia di I Was a Teenage Exocolonist è quella che il gamer deciderà di costruire, scelta dopo scelta. Potremmo dirvi come è andata a noi. Abbiamo voluto impersonare Solana, una bambina di dieci anni, accompagnandola fino alla soglia dei 20, in un percorso di crescitaextraterrestre. Non è di certo la prima volta in cui ci si ritrova su un pianeta diverso dalla Terra. Nell’ex casa le cose non sono andate al meglio e così la nostra colonia si è stabilita altrove, cercando di mantenere le proprie abitudini, come la scuola e il bar dove rilassarsi.
I Was a Teenage Exocolonist ha un gameplayessenziale, che richiede però un’attenta lettura delle situazioni e dei dialoghi. Disponibile in inglese, è un tenero viaggio nell’esistenza di una piccola comunità, composta da NPC estremamente dettagliati nei propri caratteri (sia estetici, sia interiori). I genitori sono due persone amorevoli, attente alle nostre necessità, ma come anticipato tutto dipende da come e se vorremo dare loro ascolto. I Was a Teenage Exocolonist è un titolo che poggia su un characterdesign in cui riconosciamo l’intenzione dei creativi di metterci di fronte a un avatar in cui riconoscerci davvero.
Il genere è soltanto uno degli aspetti che potremo controllare. Se guardiamo alla nostra esperienza – che ripetiamo potrà essere anni luce diversa dalla vostra – abbiamo scelto per Solana un carattere dolce e timido, comunque sempre in cerca dell’altro. Le opzioni di dialogo proposte dal software – a volte anche più di quattro – generano una ramificazione di possibilità tali per cui l’inaspettato accade. A volte è una gioia, altre volte un dolore immenso che scuote tutti. I Was a Teenage Exocolonist non è un gioco in cui si vince o si perde, ma in cui ci si affeziona.
A volte la percezione è di non avere una meta, soprattutto all’inizio. Sensazione che crediamo gli sviluppatori abbiano voluto ricreare apposta, proprio perché vestiamo i panni di una persona di dieci anni, con tutta la vita davanti. Nel corso del videogioco vi ritroverete anche di fronte a prove: come vedete nell’immagine qui sopra, lecarte a disposizione non rappresentano nient’altro che inostriricordi, belli o brutti, ciascuno con un punteggio. Per vincere i round e le partite è necessario combinare le tessere per colore sul tavolo e ottenere una somma che raggiunga il goal. Non sempre ci riuscirete e il fallimento obbligato rende alla perfezione l’impotenza con cui tutti noi, almeno una volta, ci siamo confrontati in adolescenza.
L’elementoruolistico è strutturato nello spettro di caratteristiche che vedremo potenziate e indebolite, a seconda delle nostre scelte. L’empatia è indipendente dal coraggio, che a sua volta lo è dalla ragionevolezza. L’albero di sviluppo dell’avatar non richiede performance, anche perché nella vita la perfezione non esiste. E chi la cerca, alla fine, si fa male. I Was a Teenage Exocolonist è un gioiello assoluto a livello grafico, con una ricchezza non soltanto di personaggi, ma di situazioni e ambienti interni ed esterni. Possiamo addirittura spostarci nella nostra colonia, per incontrare altre persone o dirigerci a scuola. Se non vi abbiamo ancora convinto a prenderlo in considerazione, vi suggeriamo di fare voi il passo successivo, andando a scoprire la convenienza del prezzo.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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