In futuro, potrebbero sostituire gli auricolari per ascoltare la musica e anche aiutare chi ha perso l’uso della voce.
Cerotti smart che trasformano la nostra pelle in microfono e altoparlante. È questa l’ultima idea in arrivo dalla Corea del Sud e, più precisamente, dai laboratori del National Institute of Science and Technology di Ulsan, dove un gruppo di ricercatori è riuscito a realizzare dei sottilissimi cerotti in grado di condurre segnali acustici.
Questo grazie a nanomebrane trasparenti e flessibili che contengono un minuscolo reticolo di fili d’argento rivestiti da strati di polimeri e consentono così di registrare e riprodurre suoni e voci a fior di pelle.
La ricerca è stata appena pubblicata su Science Advances: queste membrane appena scoperte, più sottili di un tatuaggio temporaneo, promettono di rivoluzionare il futuro dell’ascolto in mobilità. Ecco come.
Microfono e altoparlante “incorporati”
L’innovativo materiale trasporta il segnale stesso operando di conseguenza come un altoparlante indossabile. Nello specifico, il segnale audio proveniente dalla fonte – ad esempio un lettore musicale – surriscalda il reticolo di fili del cerotto fino a 33 gradi. In questo modo, il nostro orecchio inizierà a percepire le variazioni della pressione nell’aria circostante come onde sonore.
Nel caso del “cerotto microfono” invece, le onde sonore generate dalla voce vengono convertite in segnali elettrici e poi inviati a un dispositivo esterno, come uno smartphone o un computer, per essere memorizzati ed eventualmente riprodotti.
Utilizzi futuri
In futuro, dunque, i suoi utilizzi potrebbero essere davvero molti. Ad esempio, potrebbe sostituire cuffie, earbuds, auricolari e tutti gli accessori che oggi si usano per ascoltare la musica. Inoltre, potrebbe aiutare i disabili, fungendo addirittura da speaker per ridare la voce a chi l’ha persa. O anche fungere come tecnologia indossabile per il riconoscimento vocale.
Il cerotto infatti, è in grado di registrare i suoni emessi dalla bocca ma, se applicato sulla gola, può anche riconoscere le parole dal movimento delle corde vocali, percepito attraverso la pelle. I ricercatori hanno già testato la loro invenzione su quattro volontari come dispositivo di riconoscimento vocale per lo sblocco dello smartphone, con ottimi risultati. Il sistema ha indovinato la voce del proprietario nel 98% dei casi.
Anche per questo, il prossimo obiettivo dei coreani è quello di migliorarne l’accuratezza nel distinguere voci e parole. Per quanto riguarda la funzione di altoparlante invece, si lavora per migliorare la qualità e il volume del suono. Ma sarà necessario anche trovare materiali alternativi e meno costosi per la produzione, in vista di una eventuale commercializzazione.