Gli scienziati della Oregon State University hanno combinato due fibre naturali per sviluppare una pellicola alimentare resistente all’acqua e ai microbi
Arriva una piccola rivoluzione nel mondo dell’imballaggio e della conservazione degli alimenti. Fino ad oggi si sono utilizzate le pellicole commestibili, che però comportano dei problemi: il materiale infatti si dissolve quando viene a contatto con l’acqua, e questo è un grande problema per alimenti confezionati che contengono elevati livelli di acqua o che sono a contatto con superfici bagnate. Ora gli scienziati della Oregon State University hanno combinato due fibre naturali per sviluppare una pellicola alimentare resistente all’acqua e ai microbi, con la possibilità quindi di prolungare la durata del cibo la cui superficie rimane bagnata, come carne, formaggio, frutta e verdura tagliata. La pellicola è simile per tessuto e aspetto ad un involucro di plastica, ma è commestibile e composta da una combinazione di due sostanze presenti in natura. Uno è il chitosano, una fibra derivata da gusci di crostacei, e l’altra è la nanofibra di cellulosa, un piccolo materiale originariamente estratto dalla polpa di legno.
«Abbiamo messo insieme due materiali unici per migliorare la funzionalità dell’imballaggio alimentare e per risolvere i problemi molto impegnativi che affronta l’industria alimentare» spiega Yanyun Zhao, professoressa di Scienze Alimentari della Oregon State University che ha guidato lo sviluppo della ricerca sul materiale da imballaggi. Durante gli esperimenti in laboratorio, Zhao e la sua squadra hanno combinato i punti di forza di entrambe le fibre, tanto da impedire la crescita dei batteri responsabili della salmonella. «Abbiamo migliorato la resistenza all’acqua, la funzionalità antimicrobica e le proprietà meccaniche, pertanto la pellicola ha ampie applicazioni come materiale indipendente per l’imballaggio di alimenti con elevato contenuto d’acqua o come rivestimenti per alimenti con superfici bagnate» ha aggiunto Zhao. Il materiale per imballaggio potrebbe sostituire carte non ceramiche biodegradabili o altri polimeri sintetici attualmente utilizzati negli imballaggi di carne. Secondo Zhao saranno necessari ulteriori studi per convalidare la sua applicazione in altri prodotti alimentari. Mentre la nanofibra di cellulosa e il chitosano sono ottenuti da fonti naturali, per l’uso alimentare e il consumo umano hanno bisogno dell’approvazione della US Food and Drug Administration.