Mariangela Pepe amministratrice di “Graffiti for Smart City” ha messo a punto un sistema integrato di hardware e software che porta le strutture sanitarie nell’era della rivoluzione digitale. Fornisce assistenza professionale h24 all’utente che lo richieda dal proprio smartphone o computer e ottimizza i servizi ospedalieri
A un certo punto è parso chiaro a tutti che curare le persone presso il proprio domicilio era probabilmente la soluzione migliore per contrastare Covid-19. È successo dopo che molte persone non accettate in ospedale perché considerate “non in pericolo di vita” sono peggiorate all’improvviso con conseguenze anche gravi. E dopo che gli ospedali stessi sono diventati l’epicentro della pandemia. Con medici e infermieri esausti che facevano da vettore del virus.
Sarebbe stato bello e soprattutto utile, in quell’occasione avere a disposizione l’app con avatar infermiere/medico, messa a punto da Mariangela Pepe e il suo team di “Graffiti for Smart City” di cui è amministratrice. Un software in grado da fare da triage e riconoscere i primi sintomi di infezione da Covid-19, in modo da aiutare i cittadini a prendersi cura di sé stessi dalla propria casa o suggerire loro di recarsi in ospedale in presenza di determinati sintomi. Uno strumento capace di rendere l’ospedale intelligente.
Moltiplicare medici e infermieri
Smarthospital, questo il nome del progetto, è un avatar gestito da algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di fornire assistenza professionale h24 all’utente che lo richieda dal proprio smartphone o computer e di ottimizzare i servizi ospedalieri. È nato in pochissimo tempo per rispondere a una call europea che selezionava possibili soluzioni per la pandemia.
“In piena emergenza Covid-19, abbiamo ragionato sul potere del digitale” spiega Mariangela. “Ci siamo chiesti quale fosse il modo per arrivare più velocemente dentro le case delle persone senza entrarci fisicamente. La risposta è arrivata dal digitale che è in grado di ‘moltiplicare’ i team medici e infermieristici sul territorio italiano. L’avatar diventa una sorta di infermiere/medico personale con sembianze umane, che interroga l’utente sui sintomi e discerne i casi gravi da quelli che si possono curare a casa”.
Dai graffiti agli ospedali
Oltre a risolvere il problema dell’insufficienza degli operatori sanitari e degli ospedali sovraffollati, Smarthospital ha il potenziale anche per contrastare la circolazione di informazioni non corrette e sopperire ai numeri di emergenza saturi di chiamate. Inoltre come spiega Mariangela, può eliminare il problema delle file in ospedale e monitorare il numero reale di persone infettate. “Tutto è nato perché noi disponiamo già di una piattaforma che consente l’uso di un avatar e la realtà aumentata” aggiunge. “La nostra società, Graffiti for Smart City, crea murales intelligenti che possono ‘parlare’ con i device, pensati per migliorare le periferie delle città. Abbiamo già questa piattaforma ad uso turistico e della pubblica amministrazione, per cui abbiamo pensato di usarla anche in ambito sanitario”.
L’ostacolo burocratico
Nonostante la tecnologa fosse già disponibile in casa Pepe e i codici per la nuova funzione già scritti per partecipare alla call europea, Smarthospital non ha ancora ricevuto il via libero. Complice la complessa burocrazia italiana, soprattutto in un ambito molto delicato come quello medico e la difficoltà a far comprendere il potenziale della tecnologia. “Ci sono ancora tante barriere da abbattere” precisa Mariangela. “Noi intanto abbiamo già lavorato all’implementazione, l’app è pronta. Si tratta solo di recarsi nei vai comuni e nelle pubbliche amministrazioni e capire quale contenuto vuole essere implementato ulteriormente o eliminato. Lo strumento c’è, manca l’ultimo step delle strutture sanitarie”.
Ai blocchi di partenza
Smarthospital quindi non è ancora in suo, ma pronta per esserlo. Il team di Graffiti for Smart City la sta proponendo ai vari ospedali e alla pubblica amministrazione, con cui i contatti erano già avviati per la precedente collaborazione con gli smart wall, i murales intelligenti. Nel frattempo inoltre, Mariangela racconta di aver anche implementato altre funzioni: “Come l’ospedale intelligente, che ti dice già dove devi andare, se devi eseguire una visita, se c’è fila, quali servizi potresti già effettuare da casa ecc”. Un servizio di telemedicina che in generale potrebbe essere utile anche a tutte quelle persone che vivono in piccoli paesini isolati, lontani dai centri urbani e gli ospedali. Ma anche in un’ottica di una seconda ondata o di un’altra emergenza, averla già disponibile sarebbe un vantaggio.
Fino ai piccoli comuni
L’idea di arrivare ai piccoli comuni isolati, tipici soprattutto del Sud Italia, ha portato qui Mariangela e il suo team a pensare di estendere l’utilizzo del software anche in ambito scolastico. “Durante l’emergenza è emerso che anche la scuola dava segni di cedimento. I professori non abituati a usare la tecnologia, e spesso non c’era la connettività. È stato un disastro”.
Per questo hanno sviluppato anche un avatar che aiuta gli studenti e creato murales in grado di fornire la connessione a tutti. “In questo ambito siamo già molto più avanti” conclude. “L’abbiamo già fatto a Foggia con Oliviero Toscani. Abbiamo creato murales in periferia nel Rione Candelaro, zona malfamata che ora viene nominato per la notizia dello smart wall, che funge da info point digitale”. L’ambito sanitario insomma resta quello più ostico, che da una parte è corretto, ma dall’altra, come afferma Mariangela, forse andrebbe allentato in caso di emergenze come quella dei mesi scorsi.