In bici o in macchina, la startup astigiana porta i farmaci direttamente a casa dei propri clienti. Il test operativo ha dato buoni risultati: 103 consegne effettuate e grandi apprezzamenti. A novembre l’approdo sul mercato
Riuscirà l’astigiana Pharmercure ad aggiudicarsi la finale .itCup e con essa il SanFranciscoDreaming? Premio che dà la possibilità di volare nella Silicon Valley per frequentare la Startup School di Mind The Bridge: il più importante centro di formazione per imprese al mondo.
È ancora presto per dirlo. In fin dei conti, i rivali agguerriti non mancano: inizialmente erano 110 le candidature, ora ne restano solo 6. Ma le premesse ci sono tutte e sono anche buone. D’altronde, la call organizzata da Registro.it si giocherà sul filo di lana e correre su due/quattro ruote potrebbe aiutare. Sì, perché, bicicletta o macchina, questa startup fa del movimento il proprio punto forte applicando il business model del food deliving anche alla consegna dei farmaci.
Adesso rotta su Pisa per l’Internet Festival 2017. La 3 giorni dedicata ai temi più importanti del settore. Dal business model fino al rapporto con gli investitori. Dalla team’s composition fino ai dettagli economico-finanziari. Poi si punterà dritti verso la finale di Roma del 26 ottobre. E lì arrivare primi conterà davvero.
Da una farmacia allo Startup Creation Lab
E pensare che, se non fosse stato per un’esperienza fatta di persona, forse Pharmercure non  sarebbe mai nata. Come ha avuto modo di raccontarci in una precedente occasione, Edoardo Marchetti, studente di medicina classe 1993, ha avuto l’idea quando una domenica pomeriggio avrebbe dovuto recarsi in farmacia per acquistare una confezione di pasticche per la pressione per sua nonna. «La farmacia di Corio (TO) in cui volevo andare era chiusa e la mia auto era quasi in riserva. Lei il giorno dopo non avrebbe potuto ovviamente raggiungerla. Così mi sono chiesto come si poteva aiutare chi aveva bisogno di acquistare dei farmaci non avendo la possibilità di recarsi in farmacia».
La risposta è stata un servizio di consegna a domicilio con un modello di business simile a quello delle più importati realtà del food delivering, come Foodora o Glovo.
Oggi, dopo un percorso di formazione presso lo Startup Creation Lab dell’Università di Torino, il team di Pharmercure si è allargato e, oltre a Edoardo comprende il giovane CEO e studente di economia Maurizio Campia, la studentessa in biotecnologie Sara Solaro, il Communication Manager Thomas Pullin,  il CFO Federico Mecca e, per tutto ciò che riguarda la parte legale, il laureando in giurisprudenza Manuel Balma.
Il grande passo sul mercato
Il momento ora è cruciale. All’orizzonte non c’è, infatti, solo la finale di .itCup2017, ma anche alcuni passaggi fondamentali per determinare il successo della startup.
La fase di test operativo che si è svolta ad Asti, dove ha coinvolto 3 farmacie cittadine, ha dato indicazioni positive: 103 consegne effettuate, molti contatti e un apprezzamento generale da parte dei clienti. «Un’esperienza molto utile che ci permesso di confrontarci con le limitazioni della nostra attuale situazione», racconta Maurizio Campia. Limitazioni che spariranno nel giro di qualche mese. Perché a novembre Pharmercure vuole sbarcare sul mercato con una web app da cui sarà possibile ordinare più di un milione di prodotti farmaceutici. Pagando poi alla consegna in contanti, POS o PayPal.
A ciò si unisce l’incontro con 4 investitori, tra cui anche un farmacista, che porterebbero nel progetto fondi e competenze. «L’obiettivo è continuare a farci conoscere e a sviluppare contatti. E speriamo che in questo senso .itCup2017 possa essere un’esperienza importante», conclude Maurizio. Anche se Pharmercure ci sta già riuscendo più che discretamente. La partecipazione al Futuro Summit, tenutosi alla Stazione Leopolda di Firenze e dedicato all’healthcare è stata un’ottima occasione per presentare la startup di fronte ad una platea composta da importanti case farmaceutiche e grossi player del settore salute.