La startup Glitch Factory studia le opportunità offerte da un’interfaccia tangibile. Non solo gaming: questa tecnologia potrebbe essere il futuro degli smartphone. E ora è pronta per affrontare la finale .itCup
Squeeze Me è pronto per affrontare la finale .itCup. Il progetto di Glitch Factory, startup spin-off dell’Università di Siena, affila le proprie armi con l’obiettivo di vincere l’ambita call organizzata da Registro.it e portarsi a casa il SanFranciscoDreaming. Un premio che dà la possibilità di volare nella Silicon Valley per frequentare la Startup School di Mind The Bridge: il più importante centro di formazione per imprese al mondo. Erano 110 le candidature iniziali, ma ora ne restano solo 6. Tutte startup innovative dal grande potenziale che il 4, 5 e 6 ottobre si troveranno a Pisa per l’Internet Festival 2017. Una 3 giorni dedicata ai temi più importanti del settore. Dal business model fino al rapporto con gli investitori. Dalla team’s composition fino ai dettagli economico-finanziari. Un interludio amichevole prima della finale di Roma, il 26 ottobre. Perché tutte le startup punteranno ad una cosa sola: la vittoria.
Squeeze Me e le infinite possibilità del “touch”
La prima finalista che andiamo a raccontarvi è Squeeze Me, una cover interattiva dotata di sensori che misurano la pressione del tocco umano per influire sulle funzionalità del tablet cui viene applicata. La tecnologia di riferimento è stata sviluppata nell’ambito di un progetto europeo che ha coinvolto l’Università di Siena. Lo spin-off Glitch Factory ne ha successivamente sviluppato una declinazione particolare con l’applicazione “Squeeze to zoom”.
«Esercitando una pressione sulla cover con entrambe le mani, si può ottenere un corrispondente aumento dello zoom», spiega Iolanda Iacono, ceo ed esperta di user experience. Una tecnologia versatile che punta sulle interfacce tangibili per integrare anche altri tipi di applicazioni. Non esiste un mercato di riferimento, ma un’idea con infinite possibilità di utilizzo. «Il mondo del gaming, soprattutto per dispositivi mobile, è quello che ci affascina di più», continua Iolanda Iacono. «Se guardiamo al futuro, ci immaginiamo ragazzini che sullo smartphone guidano una formula con una versione miniaturizzata di Squeeze Me».
Lo spin-off Glitch Factory
Una tecnologia versatile come le persone che lavorano e credono in questo progetto. Oltre a Iolanda, infatti, ci sono anche Michele Tittarelli, che si occupa dell’interaction design del prodotto, e Matteo Sirizzotti, ingegnere esperto nei procedimenti di fabbricazione digitale. Il tutto con l’indispensabile supervisione della prof.ssa Patrizia Marti, socio e referente scientifico dell’Università di Siena.
«Il nostro è un team interdisciplinare che mescola insieme le diverse competenze dei membri per realizzare un prodotto il più vicino possibile alle aspettative del cliente». È questo il vero punto di forza del team che ha sviluppato Squeeze Me secondo Iolanda Iacono. «A differenza di molte altre startup, noi procediamo anche a testare e valutare l’impatto sul mercato per ciò che riguarda la user experience».
Campi di applicazione diversificati per competenze che permettono al team di spaziare dal design di prodotto allo sviluppo di prototipi interattivi. Questo è il terreno su cui si muove la Glitch Factory. Che punta molto, ma non solo, su Squeeze Me.
Sì, perché a Siena, dove la startup ha sede, ci sono anche altri progetti interessanti in via di sviluppo. Uno di questi è Quietude, la linea di accessori pensata per aiutare le persone affette da disabilità uditiva trasformando i suoni in vibrazioni percepibili. E poi c’è Bracelet, l’oggetto disegnato per sostenere il polso nelle patologie da tunnel carpale.