VITAE è il nuovo progetto con cui lo studio Carlo Ratti Associati reinventerà la città di Milano: 200 metri green per riconnettere la comunità
Reinventare la città significa anche trovare un nuovo equilibrio con la natura. È questa l’idea alla base di VITAE, il nuovo progetto guidato da Carlo Ratti, vincitore con il suo studio CRA del concorso internazionale Reinventing Cities.
Che cos’è VITAE
Carlo Ratti, architetto e ingegnere, nonché fondatore dello studio CRA (Torino e New York) e direttore del Senseable City Lab al MIT di Boston, ha progettato un nuovo centro di ricerca sotto una vigna lunga 200 metri, a Milano.
Ma la vegetazione non si sviluppa in lunghezza, ma in altezza. Infatti la vigna connetterà la strada con il tetto, grazie anche a un sentiero continuo all’interno della costruzione.
Il progetto, sviluppato dal gruppo immobiliare Covivio, aggiungerà un nuovo spazio pubblico a uno dei più vivaci quartieri di Milano, accanto alla Fondazione Prada. I lavori inizieranno nell’ultima parte del 2019.
“Quando siamo immersi nel verde, siamo più felici”
“Nei nostri dialoghi con il cliente, Covivio, è emersa presto l’idea che VITAE dovesse incarnare un nuovo equilibrio con la natura – spiega Carlo Ratti. Ecco quindi che abbiamo provato a immaginare come la natura potesse abbracciare l’intero edificio”. In soccorso è arrivata la tradizione lombarda delle aie e dei pergolati: “abbiamo optato per la vigna”.
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Introdurre una vigna lunga 200 metri in una città con spazi verdi non sempre sufficienti mira a soddisfare quello che Ratti chiama “istintivo amore per la natura”, teorizzato dal biologo Edward O. Wilson e noto come “biofilia”. Il succo della teoria: “quando siamo immersi nel verde siamo più felici”.
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Un’altra fonte di ispirazione è stata la Certosa, modello spaziale e sociale presente nell’Abbazia di Chiaravalle di Milano, a pochi chilometri dal punto in cui sorgerà VITAE. Questo concetto architettonico incarna al meglio la ricerca e la condivisione spazio temporale di vita privata e pubblica.
Armonia tra natura e cultura
All’interno di VITAE, al piano terra, ci sarà un ristorante a km zero, dalla terra alla tavola. Al piano superiore ci saranno uffici high-tech e una serie di attrezzature a disposizione del centro di ricerca molecolare e oncologica ICOM.
Al piano superiore sarà possibile sostare in terrazze, capaci di offrire un momento di riposo allo sguardo e una vista mozzafiato. Questa commistione tra natura, cultura e tecnologia si muove alla ricerca di un’armonia tra tutti gli elementi, comprese vita pubblica e privata.
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La Natura, il primo progettista
VITAE, che in latino significa “vita” e si riferisce anche al nome della pianta “vite”, sfrutterà la vigna per indirizzare i percorsi umani, espressione di un’altra convinzione di Ratti: la natura è uno straordinario progettista.
È “in grado di creare esseri viventi il cui sviluppo è pre-programmato nelle fasi principali – spiega l’architetto, che non è nuovo a imprese di costruzione “in collaborazione” con la natura –. Ad aprile, al Fuorisalone di Milano, abbiamo lavorato con Eni e Inerni a un progetto che impiegava il micelio, cioè la radice del fungo, come materiale costruttivo”.
Con questi progetti e questa visione è facile “immaginare un futuro in cui sarà possibile pensare a un’architettura che cresce come una pianta…”.
Vibrante Milano
“Lo studio CRA opera prevalentemente fuori dall’Italia, tuttavia Milano è un’eccezione”. Una precisazione necessaria per il direttore del Senseable City Lab al MIT di Boston, famoso in tutto il mondo per la sua visione sinergica tra ambiente e uomo.
Ratti pensa la progettazione come proposta, “capace di promuovere un dibattito coi cittadini sulla città di domani”. L’innovazione in questo campo? Partire dalle persone e dai nuovi stili di vita, “in profonda trasformazione grazie alle nuove tecnologie”.
Tutto questo, applicato all’Italia, sembra avveneristico. Ma lo studio CRA ha già gettato i semi della propria visione nel bacino più fertile del nostro territorio: Milano. I progetti che portano il nome di Ratti sono diversi: si va dal Dehors Tussardi dietro a Piazza della Scala al Future Food District a Expo 2015, passando per il masterplan con Lendlease e l’ex area Expo, per arrivare a VITAE.
“Mi piace molto lavorare a Milano anche perché sento di contribuire nel mio piccolo a un canovaccio urbano su cui nei secoli si sono cimentati altri progettisti della mia famiglia – da Luca Beltrami a Ignazio Gardella, parentele di sangue lontane, ma vicine nel mondo delle idee”.
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“La piazza? Non morirà mai”
Nel nuovo progetto milanese è incluso non solo uno stabile e la vigna, ma anche una piazza. Storicamente questo spazio urbano è stato posizionato nelle città per aggregare persone. Con l’avvento dei social network, con la virtualizzazione dei rapporti umani e la disgregazione delle comunità, oggi la piazza sembra superflua. Eppure Ratti la celebra ancora.
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“Diversi anni fa Rem Khoolhaas sancì la morte della piazza come aggregatore civile, sostituita dai luoghi del commercio – sottolinea Ratti. In realtà io credo che la piazza non morirà mai, come luogo di incontro e di dialogo! Anzi, per certi versi è un antidoto a quello che sta succedendo oggi in rete. La piazza ci permette di confrontarci con la diversità e scoprire il valore della tolleranza”.