La fotogiornalista Ami Vitale racconta, in 12 scatti d’autore, le buone notizie per la Terra. Non solo scatti paesaggistici ma anche sei installazioni realizzate con tecniche a impatto zero
Continuano i Calendari d’autore a tema “green” di Lavazza. Ma si cambia decisamente messaggio. Se l’anno scorso il Calendario Lavazza aveva come eloquente titolo – e filo conduttore – la frase inglese: What are you doing? (che cosa stai facendo) ed era incentrato sull’ambiziosa Agenda per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, per il 2019 si prevede una comunicazione più positiva. “Good to Earth“, appunto, presentato oggi a Torino.
Sarà la fotogiornalista Ami Vitale (National Geographic, già vincitrice di sei World Press Photo) a raccontare, in 12 scatti d’autore, le buone notizie per la Terra: progetti virtuosi di riforestazione, tutela delle biodiversità , conversioni di zone industriali in aree verdi. Il Calendario Lavazza 2019 “Good to Earth” si presenta in un inedito formato “magazine” e raccoglie non solo scatti paesaggistici ma anche sei installazioni e opere d’arte site-specific di “nature art”, realizzate con tecniche a impatto zero, da sei artisti provenienti da tutto il mondo che, peraltro, per tutto il mondo ci portano: Hula (Svizzera), Mantra (kenya), Saype (Colombia), Gomez (Thailandia), Millo (Belgio) e Gerada (Marocco).
L’azienda torinese del caffè ci accompagna dalle Alpi svizzere, lungo i cui crinali innevati spunta il ritratto di due bambini che si riparano dallo scioglimento del Ghiacciaio del Rodano, alla baia kenyota di Gazi, in cui campeggia una grande tela galleggiante che si confonde tra la rigogliosa vegetazione della foresta di mangrovie. In Colombia, invece, una bimba è rappresentata adagiata sull’erba – lungo una superficie di 8mila metri quadrati – e custodisce tra le mani – sembra quasi coccolarla – una piantina di caffè, simbolo non solo di Lavazza, ma anche del fatto che il nostro futuro ci appartenga e stia a noi difendere la terra, anche con piccoli gesti quotidiani.
Nel fitto della giungla thailandese, invece, appare il ritratto di una donna, forse una guerriera, forse ultima esponente di una tribù primitiva minacciata dalla deforestazione, ritratta su lastre di plexiglass, tecnica peculiare che permette al suo corpo di apparire e sparire tra la vegetazione, come se fosse effettivamente lì. Nascosta e in attesa di scoprire cosa sarà del suo futuro.
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In Belgio un coloratissimo murale celebra con gioia la rinascita di Genk, ex zona industriale e sede di miniere di carbone, che ha saputo reinventarsi e diventare centro nevralgico della produzione biologica di miele, mentre nel terreno rosso e accidentato del Marocco prendono emergono due mani imponenti di 37 mila metri quadrati, intente nell’impresa di irrigare il deserto. Il Calendario Lavazza, giunto alla sua 27ª edizione, è realizzato con la direzione creativa dell’agenzia Armando Testa.