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La ragazza da due settimane è seduta davanti al Parlamento a Stoccolma per chiedere maggiore attenzione sul problema dei cambiamenti climatici
Si chiama Greta Thunberg, è svedese e, nonostante abbia solo 15 anni, ha già le idee molto chiare: dal 20 Agosto è seduta a terra davanti al Parlamento di Stoccolma per protestare contro i cambiamenti climatici. Niente scuola per lei: “Sciopererò per il clima fino al giorno delle elezioni”, si legge in uno dei cartelli esposti durante la sua protesta.
Fonte: tutte le foto provengono dall’account Twitter di Greta Thunberg
Non va a scuola dunque e non lo farà prima del 9 settembre data in cui in Svezia si terranno le elezioni politiche per eleggere i nuovi membri del Parlamento svedese. Il suo gesto è necessario – sostiene – per fermare il cambiamento climatico.
Per la Svezia l’estate 2018 è stata la più calda degli ultimi 262 anni, migliaia di ettari di terreni coltivati sono andati distrutti dagli incendi ed è crollata del 29% la produzione nazionale di cereali.
Lo sciopero: il suo gesto plateale in nome del clima
Da quasi 3 settimane, Greta trascorre la giornata seduta sul marciapiede fuori dal parlamento nel cuore di Stoccolma, distribuendo volantini con scritto: “Lo sto facendo perché voi adulti consideriate il mio futuro”.
La presa di posizione della ragazzina sta facendo breccia oltre che fra gli abitanti della sua città, anche fra professori, parenti e amici. Benjamin Wagner, 26 anni, professore, crede nell’azione di Greta Thunberg tanto da essersi unito a lei e perdere così quasi un mese di stipendio. I genitori di Greta invece, anche se la sostengono, le chiedono di tornare a scuola: “Greta ci ha costretti a cambiare le nostre vite – dice suo padre – Non avevamo coscienza della situazione climatica. Abbiamo iniziato a esaminarla, a leggere tutti i libri, quelli che lei ha letto. E ora ha un messaggio”. La vicenda ha diviso il mondo degli insegnanti, ma in molti comprendono il gesto.
La sua iniziativa ha avuto risonanza anche tra le istituzioni svedesi: i leader di due partiti politici hanno deciso di fermarsi a parlare con lei. Ma la sua battaglia ha addirittura varcato i confini del Paese e della Scandinavia, Greta Thunberg infatti è stata anche intervistata dal Guardian, il quotidiano britannico letto in tutto il mondo.
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“Perché preoccuparsi di imparare qualcosa in classe se i politici non prestano attenzione ai fatti reali, che ormai sono sotto gli occhi di tutti?”
Questa considerazione che può apparire scontata (ma per molti ancora non lo è), ha spinto Greta a protestare nel modo più efficace per lei: rifiutarsi di andare a scuola fino alle elezioni generali in Svezia il 9 settembre per attirare l’attenzione sulla crisi climatica.
Sono sempre di più le persone che manifestano il proprio sostegno a Greta
La Svezia è pioniera contro il riscaldamento globale
La protesta di Greta Thunberg desta ancora più scalpore se si considera che la Svezia è pioniera contro il riscaldamento globale e per la grande attenzione che pone verso la tutela dell’ambiente. Quest’anno il paese ha promulgato la legge climatica più ambiziosa al mondo, con l’obiettivo di eliminare totalmente le emissioni di carbonio entro il 2045. Ma secondo Greta tutto ciò non è ancora sufficiente ed è necessario agire più velocemente.
La piccola Greta Thunberg ha la sindrome di Asperger
Greta ha la sindrome di Asperger ma vede la sua condizione non come una disabilità ma come un dono che ha contribuito ad aprirle gli occhi sulla crisi climatica. “Tutti credono che possiamo risolvere la crisi senza sforzo, senza sacrificio, ma non è vero.
Non mi interessa se mi metto nei guai a scuola perché credo che una sola persona possa fare la differenza”, ha dichiarato spiegando la sua scelta.
La protesta di Greta Thunberg è documentata giorno per giorno sul suo profilo Twitter.
La lettera aperta di Greta Thunberg
Ecco la sua lettera (tradotta in italiano) che sta facendo il giro del mondo. Buona lettura!
“Voglio sentirmi sicura quando cammino verso casa la sera. Quando siedo nella Metro. Quando dormo la notte. Ma ora non mi sento sicura. Come potrei sentirmi sicura quando so che stiamo fronteggiando la crisi più grave nella storia dell’umanità? Quando so che non agiamo ora, poi sarà per tutti troppo tardi?
La prima volta che ho sentito parlare del riscaldamento globale, ho pensato: non può essere, non può essere qualcosa di così grave da minacciare veramente la nostra esistenza.
Perché, se fosse così, non si parlerebbe d’altro. Appena si dovesse accendere la tv, tutto verterebbe su questo. Tutte le notizie, per radio e sui giornali. Non si leggerebbe o sentirebbe altro. Come se stesse infuriando una guerra mondiale.
Invece, nessuno ne parla…
E se accade, non è mai in linea con le conclusioni degli scienziati. L’altro giorno ho visto un dibattito in tv tra i leader dei partiti e ho visto come viene loro permesso di stare lì e mentire. Dicevano che non aveva senso compiere uno sforzo per tagliare le emissioni della Svezia, poiché siamo un “modello di comportamento”. Quindi, dovremmo concentrarci nell’aiutare gli altri paesi a tagliare le loro emissioni.
Ma la Svezia non è un modello di comportamento. Gli svedesi emettono qualcosa come 11 tonnellate di Co2 pro-capite all’anno. Siamo all’ottavo posto nel mondo, secondo il WWF. Siamo noi ad avere bisogno di aiuto.
Non capisco proprio come si possa permettere ai politici di mentire così in tv. Forse molti adulti pensano che il tema del cambiamento climatico sia difficile da capire? Forse è così, dal momento che quando in televisione c’è un programma che parla del clima, cambiano canale e mettono qualcosa per i bambini. Io ho compreso la questione quando avevo 12 anni e da allora ho deciso che non avrei più preso un aereo né mangiato carne.
La crisi climatica è il tema più importante dei nostri tempi, eppure c’è ancora chi crede che possiamo risolvere questa crisi senza sforzo, senza sacrificio.
“Pensa positivo!” dicono tutti.
Come se i passeggeri del Titanic, dopo la collisione con l’iceberg, si fossero seduti a parlare di quali storie i sopravvissuti avrebbero raccontato e di quanto famosi sarebbero diventati. O di quanti posti di lavoro sarebbero stati creati cercando di aiutare i sopravvissuti.
La nave sarebbe comunque affondata, a prescindere dalle loro azioni. Noi invece possiamo fermare la collisione. Noi sappiamo che l’iceberg è lì e conosciamo anche le sue esatte coordinate. Eppure non stiamo rallentando, né stiamo cambiando direzione. Magari lodiamo addirittura noi stessi per essere riusciti ad alleggerire un po’ il peso. Mentre aumentiamo la velocità.
Rallenteremo in tempo? Se vivessi 100 anni, nel 2103 sarò ancora viva.
Quando voi oggi pensate al “futuro”, non pensate oltre il 2050. Ma io, nel migliore dei casi, nel 2050 sarò arrivata a metà della mia vita. E cosa accadrà dopo?
Nel 2078 compirò 75 anni. Se avrò figli e nipoti, vorranno festeggiare quel giorno con me. Vorreste che parlassi loro di voi? Come vorreste essere ricordati?
Ciò che state o non state facendo oggi, influenzerà la mia vita e la vita dei miei figli e dei miei nipoti. Forse mi chiederanno perché non avete fatto nulla e perché chi sapeva o poteva parlare non lo ha fatto”
Greta Thunberg.