Un’estate in un paesino rurale affacciato sul mare, tante amicizie da stringere, ma non tutto è idilliaco come sembra…
C’è molto di Makoto Shinkai in Loop8: Summer of Gods. Ad iniziare dal disegno: nitido, pulito, molto attento ai dettagli. E poi, naturalmente, la storia si svolge in estate, vede intrecciare le vite di più adolescenti e ci sono anche viaggi nel passato per cambiare il futuro.
L’estate un po’ noiosa di Loop8 Summer of Gods
Di fronte a simili premesse, attendevamo con impazienza l’arrivo in redazione di Loop8 Summer of Gods. Ci abbiamo passato assieme le ultime tre settimane e possiamo dirvi che non abbiamo per le mani il prodotto sperato.
Presi singolarmente, tanti dettagli di Loop8 Summer of Gods sono piacevoli, come per esempio il dettaglio con cui sono costruite le ambientazioni che compongono i vari quartieri di Ashihara, il piccolo borgo rurale affacciato sul mare o i personaggi che affiancheranno il nostro Nini (nome che almeno in alcune parti del Nord Italia strapperà sorrisi a più riprese, visto che è un vezzeggiativo che i nonni solitamente riservano ai nipoti) come Konoha, Hori, Ichika, Saru, Beni e Machina, improbabili eroi (si va da divinità a robot) che comunque impreziosiscono il canovaccio.
Anche perché Loop8 Summer of Gods è un JRPG incentrato sull’amicizia e il nostro Nini dovrà tessere pazientemente i rapporti con i suoi comprimari attraverso meccaniche estrapolate da un vero e proprio dating game.
Leggi anche: Nirvana Pilot Yume, un videogioco italiano a metà tra F-Zero e il dating
Com’è nostra consuetudine, non vogliamo dirvi troppo, sappiate solo che il protagonista ha la necessità di arruolare combattenti per combattere i malefici Kegai, esseri mostruosi che a dispetto della tranquillità delle ambientazioni hanno quasi estinto la razza umana.
Le ambientazioni sono quelle che abbiamo viste milioni di volte negli anime e sui manga: l’immancabile scuola dalle lavagne verdi, il tempietto circondato da bambù sulla cima di una collina, il passaggio a livello incustodito tra le risaie, la strada del porto con le bancarelle: girovagare per Loop8 Summer of Gods, nonostante la grafica sia quasi degna della passata generazione di console, è piacevole e rilassante.
Il problema è che il gioco è anche troppo rilassante: questa produzione come ci avverte fin dal titolo, non solo prevede un loop temporale nella sinossi, ma pure nelle cose da fare, quattro o cinque da ripetere per tutto il gioco. Molte delle quali peraltro appena abbozzate, come per esempio l’esperienza del dating sim, visto che il gioco avverte quali risposte vanno bene e quali no e comunque nessuna scelta influenza mai davvero l’avventura.
In più il protagonista è lentissimo: si trascina tra schermate rallentate ulteriormente da continui caricamenti. Nemmeno la parte JRPG è particolarmente convincente. A intervalli più o meno regolari i Kegai fanno irruzione e si impossessano di qualcuno: ci si ritrova così catapultati in una versione alternativa del mondo di gioco in cui occorre principalmente cercare delle chiavi e arrivare al luogo della boss-fight, superando qualche scontro minore nel mezzo.
Tutto si scontra comunque con il trovarsi a girovagare sempre per gli stessi ambienti, ripetendo scontri (in cui torna cruciale l’aspetto Dating Sim: non solo l’affinità equivale al livello di forza dei personaggi, ma se non avete tessuto buoni rapporti coi vostri amici, vi lasceranno soli ad affrontare i mostri) parecchio lenti nella loro esecuzione (sarebbe gradita una patch che introduca l’opzione, sempre più comune nei JRPG, di velocizzare i turni) e anche funestati da un calo del frame rate non indifferente.
Insomma, è un peccato che la realizzazione tecnica, unita a una meccanica di gioco eccessivamente ripetitiva, tarpino le ali a Loop8 Summer of Gods, perché sulla carta aveva tutte le carte per rivelarsi una gradita sorpresa di inizio estate. Non un brutto gioco, ma sicuramente nemmeno per tutti: chi non lo amerà non riuscirà a passare sopra i tanti difetti per riuscire a completarlo.