Sviluppato dalla startup finnica Morning Shift Studios, un titolo poetico con richiami a Spirit of the North e a Lost Ember
Sviluppato dal programmatore solitario dietro a Morning Shift Studios, piccolissima startup finlandese, nonché terzo capitolo di una serie che ha avuto sempre protagonisti quattrozampe, Lost Dream Darkness rimanda inevitabilmente a titoli trasognati come Lost Ember (nel caso, qui la nostra recensione) e, soprattutto, Spirit of the North, senza naturalmente raggiungerne la qualità estetica o la compiutezza ludica. Ma del resto, come anticipavamo, Lost Dream Darkness è sviluppato da un’unica persona, perciò non può – e nemmeno vuole – competere con titoli più elaborati.
Quanto appena scritto, comunque, non significa che Lost Dream Darkness sia sciapo o brutto. Anzi, questa curiosa e silenziosa produzione finlandese si conferma essere una esperienza intimistica, rilassante e a suo modo persino avvolgente. Non per tutti, questo meglio chiarirlo subito.
Ma, del resto, i walking simulator sono, per loro stessa natura, esperienze ludiche per una platea ristretta di giocatori, che all’azione forsennata predilige atmosfere rilassate che invitino alla riflessione e a godersi pensieri e stati d’animo suscitati dalla trama.
A livello estetico, Lost Dream Darkness è minimal, nel senso che la mole poligonale è a dir poco esigua e grezza mentre gli asset tendono a ripetersi all’infinito. Qua e là si segnalano anche rallentamenti e glitch. Tuttavia, a dispetto di alcune scelte cromatiche infelici, che rendono talvolta difficile giocarlo su Switch, magari all’aperto, la direzione artistica è sufficientemente ispirata e il gioco, nel suo insieme, svolge il proprio lavoro, specie considerato il prezzo budget cui viene proposto.