Non solo laptop: pure smartphone e tablet, da ricondizionare e offrire a chi ne ha bisogno. Un modo per supportare DAD e home working in tutta l’area metropolitana
Dare una mano alla comunità e ridurre (magari) pure l’impatto ambientale di questa fase straordinaria della nostra storia: l’obiettivo del nuovo programma RIAVVIA MI, concepito da Comune di Milano e Lenovo in collaborazione con Energie Sociali Jesurum, è provare a colmare un po’ del digital divide che la situazione attuale ha messo in evidenza più che mai, pure in una comunità ritenuta storicamente sana come l’Area Metropolitana di Milano. Sono migliaia le famiglie che si sono trovate a corto di laptop, smartphone e connettività nel corso di questa emergenza: per questo nasce una iniziativa che ora prova a sistematizzare un meccanismo di ricondizionamento e sanificazione di hardware messo a disposizione gratuitamente dai cittadini alla città .
“Il Comune di Milano ha messo in atto, sin dall’inizio del mandato del Sindaco Sala, un piano per la trasformazione digitale che si focalizza su due aree: la componente tecnologia, quella relativa alle infrastrutture e i servizi digitali, ma pure la componente culturale – spiega a StartupItalia Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale del Comune di Milano – Riteniamo fondamentale che un piano veramente pervasivo sulla città debba tenere conto delle due anime: è indispensabile aumentare la comprensione del digitale per offrire a tutti l’opportunità di sfruttare questi servizi. Ciò di cui ci siamo resi conto nell’ultimo anno è che davamo per scontato la disponibilità della connettività e dei dispositivi, e purtroppo non era così”.
Da questa presa di coscienza parte l’appello che il Sindaco ha rivolto alle aziende e alle organizzazioni private: un passaggio inevitabile rivolgersi direttamente alla fonte, anche per stimolare lo sviluppo di un meccanismo che possa proseguire anche dopo che la situazione si sarà normalizzata. “È importante che ciò che vien fatto in questo momento non si concluda al superamento della pandemia – ribadisce Cocco – Vorremmo che tutto questo si trasformi in una eredità per tutta la comunità : mi auguro che i nostri figli tornino presto in classe, ma spero anche che il valore del digitale come opportunità così come l’abbiamo conosciuto possa restare. Da parte nostra stiamo lavorando con il mondo privato e con altri enti e organizzazioni non solo per l’oggi, ma anche per il domani”.
La catena di montaggio
Fin qui dunque la filosofia alla base dell’approccio del Capoluogo lombardo. Poi naturalmente c’è la parte relativa alla logistica, della quale Lenovo si è voluta fare parte attiva: l’azienda ha raccolto alcune macchine che aveva già in casa, residuo di un parco laptop dismesso per normale aggiornamento degli strumenti dei dipendenti, li ha completamente rimessi a nuovo e preparati per essere la prima fornitura che, attraverso la collaborazione con Energie Sociali Jesurum, arriverà poi nelle mani dei destinatari finali. In più ha anche chiesto ai propri dipendenti, spiega il senior vice president di Lenovo Luca Rossi, di fare lo stesso con i propri vecchi dispositivi che magari sono a casa in un cassetto o su uno scaffale a prender polvere, e idem dicasi per le aziende partner.
“Lenovo crede molto nella collaborazione tra pubblico e privato – racconta a StartupItalia lo stesso Rossi – e in più abbiamo sempre cercato di restituire in modo tangibile qualcosa alla società che ci ha premiato come azienda”. Per questo Lenovo si farà carico del ricondizionamento e della sanificazione di laptop, tablet e smartphone che saranno raccolti, e che saranno anche totalmente ripristinati nel software per garantire che non ci siano dati residui appartenenti ai proprietari precedenti: saranno anche riparati, laddove ci siano parti difettose. Un’ottima opportunità per dargli una seconda vita: riducendo, così, anche l’impatto in termini di carbon footprint che la produzione di nuovi device comporterebbe.
Per andare ancora oltre la Fondazione Lenovo ha stanziato anche altri 50mila euro per contribuire a questa iniziativa, ma non è l’ultimo tassello: “Il luogo dove ci troviamo, Spazio Lenovo, è stato concepito per offrire al pubblico sessioni di training e formazione sul digitale – prosegue Rossi – Appena sarà possibile ripartiranno, anche grazie ad alcune iniziative congiunte con il Comune”.
Infine c’è la parte relativa alla distribuzione di questi laptop. Qui entra in gioco il terzo attore di questa iniziativa: “Siamo partiti da Milano, ma ci siamo ben presto allargati ad altri 10 comuni della città metropolitana – racconta Michela Jesurum, fondatrice di Energie Sociali Jesurum – Saranno i comuni stessi, che hanno un rapporto diretto con le scuole e altre realtà , a dirci dove servono i computer e gli altri dispositivi: ci tengo anche a sottolineare che in questa iniziativa sono coinvolti moltissimi giovani volontari, che sono parte della catena e per cui questa iniziativa svolge anche una funzione di educazione”. Jesurum sottolinea come l’emergenza abbia messo in luce lo stato reale della società : “Il Covid ha aiutato molte persone a sentirsi di più parte della comunità : abbiamo da dare una mano alle sacche più in difficoltà , dove c’è davvero molto da fare. Questa situazione ci ha messo anche davanti al fatto che forse eravamo arrivato a un punto senza ritorno: ora possiamo costruire un futuro tutti insieme”.
I dettagli per partecipare
Il programma RIAVVIA MI annunciato oggi prende le mosse da Spazio Lenovo, lo store aperto nel 2020 dall’azienda al centro di Milano: sarà il centro di coordinamento dell’iniziativa, oltre che possibile punto di raccolta di tablet, PC e smartphone Lenovo e Motorola che chiunque potrà scegliere di donare. In alternativa si potrà visitare il sito ufficiale dell’iniziativa, dove previa registrazione si potrà prenotare anche il ritiro a domicilio da parte dei volontari: ciascun donatore riceverà un buono sconto del 15% per l’acquisto di nuovi prodotti Lenovo e Motorola.
I prodotti così raccolti e ricondizionati saranno destinati soprattutto a ragazzi nella fascia compresa tra 14 e 18 anni, così da consentirgli di continuare a seguire le lezioni scolastiche anche in DAD.