Siamo nel genere non proprio comodo dei roguelite, punitivo nella misura in cui alla morte bisogna abituarsi. Il protagonista non è un mago a cui bisogna affezionarsi: anzi. A volte è maschio, altre femmina e ne dobbiamo prendere il controllo in maniera procedurale, morte dopo morte. Si riparte sempre da zero, fatta eccezione per il sangue dei nemici che abbiamo neutralizzato, utile per completare l’albero delle abilità e far sbocciare nuovi potenziamenti, oltre ad accoliti preziosi per la missione.
Rispetto ai primi due titoli di Carry Castle, riconosciamo una maturazione, soprattutto nella caratterizzazione dei luoghi. L’impegno nello sviluppo si apprezza nelle situazioni movimentate, quando la nostra magia si scontra contro la furia dei mostri. Colpisce in positivo quanto lo splendore degli incantesimi abbagli una parte dello schermo, lasciando invece in costante penombra il contorno.
I colori dominanti cambiano di volta in volta: si va dal blu oceano, al rosso incandescente fino al verde abbagliante. Source of Madness è un prodotto intrigante che sulla console ammiraglia di Microsoft riesce comunque a dare soddisfazione ai gamer più esigenti, quelli che non si spaventano di fronte alle sfide. Essendo lo scenario dominato dalla follia, abbiamo infine apprezzato anche le movenze degli accoliti: il loro essere scoordinati, soprattuto quando ci si arrampica o si scendono le scale, non è fuori contesto.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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