Un workshop che ha messo in evidenza la differenza di rappresentazione mediatica delle donne nello sport. Tante le protagoniste della giornata: Francesca Bria: “Ridurre il gender pay gap e bisogna creare opportunità di networking”
Assieme alla Scuola dello Sport (Sport e Salute) e DAZN, abbiamo ideato, concettualizzato e realizzato il webinar “Women, Leadership & Sport” la settimana scorsa.
Qui voglio tratteggiare 3 ritratti di leader da un punto di vista speciale (lo sport) e focalizzarmi sulla fotografia della leadership femminile nello sport e oltre, riportando le idee di alcune delle protagoniste del webinar.
Tre ritratti (espressionisti) in prospettiva sportiva-innovativa
Francesca Bria, Presidente del Fondo Nazionale Innovazione – CdP Venture Capital, ha aperto i lavori parlando di WeSportUP (l’iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti, Sport e Salute e StartupBootCamp che mira ad accelerare ed innovare nel campo dello sport, della salute e del benessere), di orizzonti internazionali (da Next Generation EU fino all’Agenda dello Sviluppo Sostenibile ed alle Nazioni Unite), dell’impatto della rivoluzione tecnologica nello sport e nella società, di umanesimo digitale e del ruolo che l’Italia potrà assumere anche in questo settore.
Ma soprattutto ha iniziato la riflessione sulla leadership con uno spunto personale e biografico sullo sport: “Molto prima dei miei ruoli professionali, sono stata una ginnasta nazionale del Team Italia e sono le figlia di una medaglia ai campionati mondiali. Sono stata allenata ed educata da mia madre come ginnasta. Sono nata al Foro Italico ed al CONI e fino a 17 anni ho gareggiato e vinto titoli nazionali anche nella team competition della ginnastica. Lo sport è particolarmente importante per il mio background ma perché è un elemento critico per raggiungere una visione della società futura. Viviamo in un momento di crisi sanitaria, shock sociale ed economico ma dobbiamo essere capaci di una visione per il futuro: ci riprenderemo ma dobbiamo costruire un futuro migliore. Lo Sport rappresenta una dimensione sociale, la sostenibilità, l’innovazione, combina la resilienza, l’inclusione e l’unione. In questo momento, noi come società e l’Italia come Nazione deve ripensare allo sport come ‘enabler/abilitatore’ per accelerare l’Agenda 2030, raggiungere i Sustainable Development Goals e unire una visione sociale con l’idea dello sviluppo sostenibile e del benessere delle persone. La trasformazione tecnologica riguarda la tecnologia ma soprattutto le persone, la cultura e significa trasformare il mind-set. La trasformazione digitale può essere una rivoluzione femminista, anche se le donne sono meno rappresentate, bisogna ridurre il gender pay gap e bisogna creare opportunità di networking”..
L’invito della Presidente Bria è di continuare il dialogo e la riflessione, creare una visione per il futuro e per la futura leadership e capire che viviamo in un mondo fortemente basato sulla scienza, ma anche sulla complessità. E per questo dobbiamo integrare le visioni nella società in una nuova versione che unisce i puntini dalle Nazioni Unite all’Unione Europea, dal Mondo Olimpico all’Italia.
Gabriela Ramos (Assistant Director-General for the Social and Human Sciences, UNESCO) ha illustrato da Parigi il lavoro dell’UNESCO, soprattutto nello sport con le pubblicazioni sui progetti di Quality Physical Education, con il Kazan Action Plan ed anticipando il lancio dell’iniziativa “Fit for Life” nel mese di Maggio 2021 e Generation Equality. “Ora con il COVID ed i suoi impatti asimmetrici, è fondamentale unire tutti i nostri sforzi e tutte le nostre partnership per garantire che tutti questi gap siano affrontati. I fatti ci dicono che lo sport fa bene a tutti, migliora la salute fisica e la salute mentale, insegna skills sociali. All’UNESCO ci occupiamo dello sport per tutti i benefici che porta – ma anche per i valori che trasmette”. “Lo sport deve essere un elemento centrale delle strategie di Recovery post-COVID-19 perché lo sport è un’area dove piccoli investimenti hanno impatto e fanno la differenza”. In altre occasioni, la Professoressa Ramos si era confessata triatleta ed aveva affermato: “Dobbiamo essere vocali. Possiamo ricostruire una società migliore dopo la pandemia e questo significa anche investire di più nello sport, perché questo è sviluppo, capitale umano e coesione sociale. Dobbiamo essere promotori migliori dello sport. Dobbiamo essere campioni dello sport come settore e come pratica”.
Daniela Bas dirige la “Division for Inclusive Social Development” al Department of Economic and Social Affairs delle Nazioni Unite e non potevamo sperare in una conclusione del webinar tanto istruttiva, internazionale ed ispiratrice di nuovi orizzonti. Daniela Bas, infatti, coordina da New York il mandato globale delle Nazioni Unite sullo sport. La sua testimonianza ha illustrato le potenzialità di sport e sviluppo sostenibile, andando ad inserire il concetto dello sport nel solco dell’Agenda 2030, dei Sustainable Development Goals e del Rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite “Sport: acceleratore globale di pace e sviluppo sostenibile per tutti. Soprattutto grazie a Daniela, alle Nazioni Unite ed alle sue parole, si rinnova un impegno che guarda al futuro in maniera sostenibile, inter-nazionale ed inter-generazionale.
Una fotografia di oltre 30 speaker
Riprendendo qui alcuni dei concetti – in forma impressionista – del dibattito, mi focalizzerò su alcune parole delle protagoniste. I fatti e i numeri non depongono a favore della leadership femminile nello sport: secondo Melanie Duparc, responsabile del network internazionale Smart Cities & Sport e della pubblicazione “Women in Sport” del 2018, “solo il 7% della rappresentazione mediatica dello sport è dedicata allo sport femminile, solo il 30% delle Commissioni CIO/Comitato Olimpico Internazionale sono guidate da donne, solo il 9% dei Comitati Nazionali Olimpici è guidato da donne e solo il 6% delle Federazioni Sportive Internazionali sono presiedute da donne”.
Manuela Di Centa (campionessa infinita, membro onorario del Comitato Olimpico Internazionale e responsabile del Progetto Legend di Sport e Salute) ha confessato gioie ma anche “bellissime sberle” della vita a dimostrazione di quanto una persona possa credere fortemente nei propri sogni e continuare ad imparare secondo una filosofia di life-long learning (si segnala che Manuela fu una pioniera rivoluzionaria nello sport ma fu anche la prima donna italiana eletta da tutti gli atleti del mondo come membro della Commissione Atleti del CIO nel 1998; fu la prima donna italiana a raggiungere la Vetta dell’Everest nel 2003 ed attualmente sta seguendo il Corso di Alta Specializzazione in Management Olimpico e Sportivo presso la Scuola dello Sport).
Alberta Pelino, Y20 Chair presso Y20 Italy 2021 (G20), guida la dimensione Giovani del G20 a Presidenza Italiana, sottolinea come “leadership crea più leadership”, bisogna creare network e “role model” – in linea con il triplice focus della Presidenza Italiana del G20 “People, Planet, Prosperity” – e ci dà appuntamento al 19-23 luglio 2021 quando Bergamo e Milano ospiteranno il Y20.
Sembrano quasi completare il suo pensiero, Isabella Falautano (Chief Communication & Stakeholder Engagement Officer @illimity) che sottolinea l’importanza della leadership (senza caratterizzazioni al maschile o al femminile), l’importanza del network e la dimensione chiave dell’impatto; Iris Cordoba (General Manager, Global Sport Innovation Centre powered by Microsoft) che evidenzia come si debbano attivare policy di cambiamento del paradigma a partire dal nostro sistema educativo; e Ludovica Mantovani (Presidente della Divisione Calcio Femminile in FIGC) che con passione e con il linguaggio del calcio parla della strategia di sviluppo del calcio femminile: “Il nostro domani, ora”, del Torneo Ravano Coppa Paolo Mantovani e della sua trasformazione digitale soprattutto durante la pandemia.
In una sessione diplomatica si sono alternati Mons. Melchor Sanchez che ha aperto ad una riflessione spirituale sul ruolo dello sport e ha illustrato alcune iniziative che ha intrapreso come Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura; Marisa Fernandez-Esteban della Commissione Europea che ha evidenziato elementi di policy-making a livello comunitario; e Karen Maguire dell’OECD che ha portato ad esempio le “Recommendation of the Council on Global Events and Local Development” del 2018, che potrebbero diventare strategiche per il Sistema Italia in vista delle Olimpiadi 2026 alla luce dell’MoU tra CIO e OECD.
Vittoria Gozzi (President, WyLab; membro del Consiglio Direttivo di InnovUP/Italian Innovation & Startup Ecosystem) ha focalizzato la sua testimonianza sul mondo dell’innovazione e della leadership nello sport: “WyLab è un incubatore per sport, startup e innovazione digitale nello sport. Ho fondato questo progetto 5 anni fa sulla base dell’idea che volevamo creare un’iniziativa a favore dell’ecosistema. Noi siamo Sport Tech Entrepreneurs perché avevamo avuto un’esperienza di grande successo con una Sport Tech Startup, 100% Italiana, che è stata venduta alla piattaforma americana Hudl qualche anno fa, dopo aver scalato a livello globale. In questi 5 anni, l’innovazione nello sport ha cambiato completamente ed ha accelerato in modo straordinario”. A livello sistemico Vittoria Gozzi ha concluso sull’importanza strategica dell’eco-sistema: “C’è stata una piccola rivoluzione: l’ecosistema italiano delle startup era più piccolo rispetto all’ecosistema tedesco o francese. Vi era soprattutto la mancanza di venture financing come strumento finanziario dedicato alle startup e – forse – non eravamo culturalmente pronti. Lo Stato è intervenuto – anche prima della pandemia – per colmare il gap nel mercato con il Fondo Nazionale Innovazione di un miliardo di Euro. Ora è arrivata la pandemia ma nel Recovery Fund e nel Next Generation EU la digitalizzazione e l’innovazione sono priorità assieme alla transizione ecologica…Ancor più oggi, credo che innovazione e startup avranno giusta attenzione e che le startup sapranno cogliere con il giusto spirito la sfida dell’innovazione”.