Un cast di doppiatori da far paura. Vale lo stesso per il resto?
Gli dei ai giorni nostri. Non esattamente la trama più originale, ma il suo svolgimento è tutto sommato discreto. Cosa si può dire di Stray Gods: The Roleplaying Musical? Partiamo dicendo che il titolo sviluppato da Summerfall Studios è una storia che scopriremo accompagnati da differenti brani musicali, cantati dalla protagonista e non solo. Il cast su cui poggia il titolo e che ha prestato le voci ai personaggi è senz’altro notevole: citiamo Laura Bailey (The Last of Us Parte II nelle parti di Abby) e Troy Braker (The Last of Us nelle parti di Joel). Su quel fronte, pertanto, nulla da dire. Vediamo però come si comporta il titolo sul fronte della storia.
Stray Gods: The Roleplaying Musical non spicca per la trama. La protagonista si chiama Grace e dopo aver lasciato il college decide di tentare un’altra strada. La convincono a tentare la carriera musicale e così si presenta a un’audizione dove l’obiettivo è individuare nuovi membri per una band. In questa situazione fa la sua comparsa una giovane, Calliope, che poi si scoprirà essere una dea. Una serie di circostanze porteranno i loro destini a intrecciarsi: la morte di Calliope verrà imputata a Grace, che nel frattempo ne avrà assorbito tutti i poteri divini.
Per discolparsi ed evitare la pena di morte – gli dei non vanno tanto per il sottile – la protagonista avrà tempo una settimana. Inizia così il viaggio di una visual novel in cui dovremo scegliere cosa dire nei vari dialoghi. Se è vero che non si raggiungono mai picchi di originalità o di tensione, il videogioco ha dalla sua una notevole cura grafica, nella caratterizzazione di personaggi e ambienti.
L’audio, trattandosi di un videogioco in stile musical, non poteva che essere buono, dati anche i doppiatori di peso saliti a bordo del progetto. Non siamo di fronte a un titolo che conquista, ma che ha comunque avuto il coraggio di usare un approccio interessante alla narrazione di una storia.