Device che diventano Dissennatori di Azkaban. Sur-Fake, progetto fotografico di un artista ventenne, mostra come la tecnologia rischia di risucchiarci l’anima e di farci perdere contatto con il mondo fisico che ci circonda.
Antoine Geiger ha 21 anni ed è un artista francese di grande talento. Negli ultimi mesi si è occupato molto del rapporto tra società moderna e tecnologia, soffermandosi soprattutto sulla presunta condizione di dipendenza dai device e dall’esigenza delle persone di rimanere connesse sempre e ovunque.
Il progetto Sur-Fake
Da questa riflessione è nato un progetto fotografico, Sur-Fake, in cui viene mostrato il rischio di venire risucchiati dal mondo digitale. Un mondo a cui diamo sempre più attenzione e da cui è sempre più difficile staccarsi. Una sovraesposizione che crea un allontanamento dalla realtà , dal nostro corpo, dal mondo che ci circonda: «Ma il rischio più grande è quello di concentrarci esclusivamente su noi stessi, sulla nostra vita, dimenticandoci delle persone che ci stanno accanto».
Diventeremo dei dissennatori?
Chiunque abbia scritto dell’opera di Antoine ha fatto un paragone con i Dissennatori, le guardie della prigione dei maghi di Azkaban, presenti nei libri di Harry Potter. E vista l’età dell’artista non sorprende che proprio quelle figure, pronte a risucchiare l’anima degli uomini, siano usate come metro di paragone per comunicare il messaggio di queste immagini.
Un messaggio che colpisce immediatamente: «Le foto sono tutte vere. Le modifiche fatte successivamente distorcono una realtà già esistente. Sono frammenti di vita quotidiana rubati alle persone incontrate per caso».
Lo schermo rappresenta una sottocultura di massa che aliena le relazioni con il nostro corpo e con il mondo fisico
I soggetti immortalati non sono solo “millennials”, ma rappresentanti di tutte le fasce d’età della società moderna. E così anche i luoghi: dalle metropolitana agli uffici, dal salotto di casa alle strade. Addirittura i musei, dove la bellezza delle opere dovrebbe essere l’unico catalizzatore dell’attenzione dei visitatori. Ma spesso non è così.
L’unico punto in comune delle fotografie è sempre lo stesso: lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone o del tablet. I protagonisti di Sur-Fake sono fisicamente inseriti in un contesto preciso, tangibile. Ma questo stesso contesto non è più in grado, pare, di catturare l’attenzione dell’individuo, perso in un flusso d’informazioni che, per l’appunto, può portare ad una alienazione sempre più evidente.
Credits foto:Â http://antoinegeiger.com/filter/photo/SUR-FAKE