Un GDR immenso e particolareggiato, finalmente a disposizione anche del pubblico Nintendo
Uno dei pregi dello Switch è avere aperto la console a un buon numero di titoli che finora si erano tenuti ben distanti dal pubblico Nintendo. Pensiamo per esempio all’arrivo di The Witcher III, di Bioshock o del recente The Outer Worlds. Ora, sull’ibrida nipponica arriva anche The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III, saga piuttosto prolifica benché ancora piuttosto sconosciuta nel Vecchio continente che vi consigliamo di non mancare anche nel caso in cui abbiate “perso” i predecessori.
Complice il fatto che la serie ha faticato parecchio prima di essere localizzata anche in lingue comprensibili a noi occidentali (e continua a mancare la traduzione in italiano, dovrete accontentarvi di inglese e francese), The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III mette a disposizione del giocatore lunghi riassunti utili a comprendere cos’è successo nelle puntate precedenti. Chi ha giocato agli altri titoli (parliamo di Cold Steel Trails in the Sky e Ao no Kiseki/Zero no Kiseki) naturalmente proverà emozioni diverse, a iniziare dalla sorpresa di ritrovare i protagonisti visibilmente cresciuti. In quest’ultimo (ma ancora per poco: il IV è già in sviluppo) capitolo, il giocatore si calerà nuovamente nei panni di Rean Schwarzer, pronto a guidare una nuova Classe VII come istruttore militare.
Come in tanti anime e manga, anche qui gli eroi sono liceali in uniforme
Come spesso accade negli anime e nei manga, anche qui il pretesto narrativo serve a mettere al centro della scena degli imberbi liceali in divisa da marinaretto che saranno cruciali però per le sorti del mondo. Rean, ormai ometto, fresco di diploma all’Accademia Militare di Thors, già eroe indiscusso della guerra con il Fronte di Liberazione Imperiale, si aggira per il campus vivendo con i suoi ex compagni e i suoi nuovi alunni momenti allegri, al limite del demenziale e altri fortemente drammatici. La trama, appunto, è tipicamente nipponica e tenta di fondere estratti scolastici quotidiani con attimi zeppi di pathos e sofferenza. Tutto è sempre e comunque esagerato e sopra le righe. Chi ama manga e anime ne verrà rapito.
Chi ha giocato ai capitoli precedenti incontrerà alcuni personaggi visibilmente cresciuti
Con un sistema di combattimento a metà strada tra quello della saga Tales of e Final Fantasy, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III si conferma un gioco di ruolo nipponico in piena regola. Rispetto al passato, sarà ora possibile richiamare fino a tre mech (caratteristici robottoni per cui i giapponesi vanno pazzi) e dare comandi all’intera squadra tramite Brave Order. Si tratta di novità che, se possibile, amplificano ulteriormente la portata strategica degli scontri.
Potevano mancare i robottoni in un’opera così dannatamente nipponica?
Immenso, a tratti persino prolisso, richiede almeno 80 ore prima di riuscire a scorgere l’epilogo. La versione Nintendo Switch non si dimostra graficamente distante da quelle per altre console, complice un comparto tecnico datato fin dall’origine. In compenso, contiene 26 cosmetic item in-game gratuiti, tra cui il Rean’s Unspeakable Costume il Juna’s Lloyd Bannings Costume. Chi ama gli RPG non dovrebbe mancarlo, le uniche riserve comprensibile riguardano le tonnellate di testi a schermo in inglese (o in francese) e la necessità – per comprendere appieno la trama – di recuperare prima o poi gli altri capitoli della saga, mai pubblicati però su Nintendo Switch.