Prima di Prince of Persia lo sviluppatore Jordan Mechner si era fatto le ossa con un titolo dedicato alle arti marziali
Si stava meglio quando… In realtà non vorremmo inciampare in quei terribili cliché che banalizzano il presente pontificando su un passato che sarebbe stato migliore, sempre e comunque. Capita, tuttavia, che elogiare i tempi andati sia l’unica cosa doverosa da fare. Prendete gli anni Ottanta, tanto maltrattati. Quante volte l’espressione “è molto anni ’80” punta a significare un qualcosa di invecchiato male, superato, di cattivo gusto? Tutti noi, in realtà , sappiamo quanto bene abbia fatto quella decade. Prendete l’esempio dei videogiochi e di Karateka, un classico senza tempo uscito nel 1984 per Apple II e firmato dallo sviluppatore Jordan Mechner, il papà di Prince of Persia. Per riscoprire una leggenda e il suo incredibile dietro le quinte, gli appassionati non dovrebbero lasciarsi scappare The Making of Karateka, un videogioco che si fa documentario.
Disponibile su PlayStation, Xbox e PC, The Making of Karateka è un prodotto targato Digital Eclipse, software house non nuova a operazioni nostalgia di questo tenore. Le sue raccolte di titoli del passato ricoprono un ruolo fondamentale e con questa nuova avventura l’azienda dà avvio al Gold Master Series, un viaggio alla riscoperta di videogiochi che hanno fatto la storia.
In The Making of Karateka si ha tempo per giocare, ma soprattutto per godersi un’esperienza da veri fan. Il titolo offre infatti interviste, documenti e schizzi, materiale inedito per fare capire il peso di Karateka nell’industria. La storia prima di tutto. Oggi la trama e la narrazione sono elementi spesso imprescindibili per una valida esperienza gaming. Bene, quel titolo l’ha scoperto prima di moltissimi altri.
Oltre a giocare a prototipi e a godersi un’esperienza gaming autenticamente retro, si ha la possibilità di ascoltare le voci di alcuni dei protagonisti che hanno messo mano a Karateka. Senz’altro meno noto di altri titoli simbolo degli anni Ottanta, Karateka non dovrebbe mai essere messo in secondo piano, considerando soprattutto il fatto che da videogioco USA ha dovuto competere in un periodo storico dominato dai giapponesi.