Se vi sembrerà di essere atterrati in un titolo difficile da decifrare allora avrete avuto la nostra stessa sensazione. Le eroine sono presentate in veloci illustrazioni dove si mostrano, come dire, parecchio prosperose. Indizio che potrebbe suggerirvi di essere di fronte a un videogioco pieno di doppi sensi, piccante. In realtà il gameplay punta in tutt’altra direzione. Morendo spesso e dovendo ricominciare da capo in una torre che si ricrea in maniera procedurale ogni 24 ore, dobbiamo schiavare proiettili, raccogliere chiavi e potenziamenti. E, quando la barra è piena, scatenare i poteri per fare piazza pulita il più velocemente possibile.
TOKOYO: The Tower of Perpetuity colpisce soprattutto per l’esplosione di colori che rende gli scenari movimentati e mai banali. Attraverserete situazioni oniriche, abituandovi alla svelta a questo sottosopra. I nemici sono di diverso tipo, così come i boss. I meno temibili hanno pattern d’attacco standard e seguono percorsi identici, a prescindere che voi vi facciate vedere o meno. A causa però degli spazi stretti non sarà facile evitare il contatto e questo vi costerà vita preziosa.
Come detto, il difficile di TOKOYO: The Tower of Perpetuity sta soprattutto nel giocarsi l’attacco nel momento giusto, sapendo che la potenza di fuoco dovrà essere utilizzata di fronte al maggior numero possibile di nemici. I boss non sono semplici da battere e potreste trovarvi a fronteggiarli spompati, col concreto rischio di mandare tutto a rotoli e dover ricominciare da capo. Questo però fa parte dei roguelike, videogiochi sfidanti e che richiedono pazienza e impegno. Grazie al fatto che la torre ricrea gli spazi ogni 24 ore, la rigiocabilità di TOKOYO: The Tower of Perpetuity è garantita.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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