La startup dei videogiochi fluckyMachine che si compone di due soli ragazzi ci lascia alla deriva in mezzo al mare: meglio chiamare un amico che ci faccia da mozzo…
Una traversata in mare in solitaria è un’avventura per pochi. Lo sanno quei ‘matti’ che l’hanno tentata. Decisamente più divertente, invece, è farla tra amici, tutti a bordo della stessa bagnarola, coordinandosi nel tentativo di non finire con l’acqua alla gola in flutti perigliosi, infestati da squali. È questo il succo, assai salato, come l’acqua del mare, di Trash Sailors.
Trash Sailors, un mare di spazzatura
Chiariamo subito una cosa: Trash Sailors è davvero un giochino. Nel senso che, più che un prodotto stand-alone, ricorda in troppe occasioni qualche minigioco cooperativo dei numerosi Mario Party. L’assunto di cui sopra, ovvero che in compagnia dei propri amici si debba costituire la ciurma di un’imbarcazione fatiscente, alla deriva nell’oceano, non basta evidentemente a dare al gioco il giusto propellente ed esaurito l’entusiasmo iniziale, frutto anche dell’immancabile confusione che si crea a bordo quando la situazione degenera, si rischia di restare incagliati nelle secche e di passare piuttosto velocemente ad altri videogiochi.
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Questo, appunto, succede se volete intendere Trash Sailors alla stregua di chissà quale grande avventura videoludica. In realtà l’opera dei ragazzi polacchi di fluckyMachine va presa come ciò che è nata per essere: un passatempo senza troppe pretese, portatore di un divertimento genuino, da condividere: perciò trova la migliore declinazione nelle partite cooperative multiplayer.
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Il concept, si anticipava, è semplicissimo: si è in mezzo al mare, in un mondo post apocalittico, a bordo di una bagnarola che perde pezzi continuamente. Come se non bastasse, le acque sono infestate da mostri affamati: assieme ai propri amici bisogna dividersi i compiti e fermare gli assalitori, aggiustando le falle e, contemporaneamente, recuperando le risorse utili a non restare in panne nel pieno della traversata.
Trash Sailors fa acqua da tutte le parti?
Apprezzabile il tentativo di potenziare e personalizzare la bagnarola tra un livello e l’altro in modo da avere a bordo tutto l’occorrente per affrontare le sfide venture, ma alla fine il cuore del gioco sta nell’entropia generale che si crea sulla zattera quando si scatena il panico, tra squali che addentano la prua, il motore che singhiozza a poppa per mancanza di carburante, la barca che si sgretola come un biscotto a mollo nel latte e i propri compagni che iniziano a cadere uno dopo l’altro in mare.
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Attorno a tutto ciò i due ragazzi dietro a fluckyMachine hanno caparbiamente intessuto una progressione fatta non solo di potenziamenti, ma anche di livelli (alcuni dei quali sovvertiranno pure leggermente le regole del gioco, ma non vogliamo anticiparvi nulla) e sfide con enormi boss, ma appunto si resta sempre e comunque nell’alveo della caciaronata multiplayer stile minigame di Mario Party.
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In compenso, la grafica è la punta di diamante di un titolo altrimenti piuttosto grezzo e scarno, capace di conferire a questa piccola produzione polacca uno stile fiabesco-marinaresco di gran qualità . Insomma, Trash Sailors è sicuramente da provare – solo con amici, sia chiaro -, ma per quanto sulle prime strappi numerosi sorrisi, non riuscirà a intrattenervi per lungo tempo, finendo col riciclarsi piuttosto in fretta. L’importante è saperlo e non attendersi chissà cosa.