Un RPG indie che, con qualche pecca nelle meccaniche, è riuscito lo stesso a convincerci
E se CrashBandicoot fosse stato un videogioco di avventura top down twin-stick? Questa è la domanda di partenza che la startup belga Glowfish Interactive, con sede a Kortrijk, si è posta realizzando un videogioco. Trifox, in effetti, richiama parzialmente le atmosfere che ricordiamo a memoria avendo giocato nei panni di quell’adorabile marsupiale amante dei frutti Wumpa sull’arcipelago N. Sanity. Non è la prima volta che una software house indie prende materia da leggenda e cerca di produrre qualcosa di autentico. In alcuni casi il risultato è una copia cartacarbone poco efficace, in altri apprezziamo il guizzo creativo e l’impronta originale.
Il protagonista di Trifox è una volpe, meglio, tre volpi in una. Potendo utilizzare armi sempre più letali e potenziamenti continui, il titolo saprà coccolare gli amanti degli RPG, senza però far impazzire i neofiti. A colpire anzitutto del videogioco è la grafica, particolare perché realizzata con la tecnica low–poly, ossia minori poligoni che rendono figure e ambienti molto cartoon. La trama ricalca storie già viste e dunque, si intende, il nostro compito sarà quello di salvare il mondo in scontri con creature e nemici di ogni tipo.
In Trifox la parte più divertente è senz’altro il combatsysteam in cui sfruttiamo entrambi gli stick, uno per procedere e l’altro per direzionare i colpi (che siano martellate o proiettili). Le sessioni di combattimento risultano divertenti, anche se su Switch abbiamo riscontrato una certa rigidità. A perderne è inevitabilmente la fluidità del titolo, che avrebbe potuto essere molto più frenetico e spumeggiante quando ci buttiamo nella mischia.
Le ambientazioni ricordano spiagge paradisiache, tropici e civiltà misteriose. Per procedere nell’avventura il protagonista deve anche risolvere enigmiambientali tutt’altro che complessi: spesso servono per attivare meccanismi o sbloccare portali. Non sono dungeon claustrofobici: ne uscirete alla svelta per proseguire con nuovi scontri armati. Con la visuale dall’alto si ha modo di studiare il terreno di gioco e buttare tutto in caciara, facendo roteare il nostro martello di Thor (ci somiglia) per fare piazza pulita.
Risulta davvero appagante anche la possibilità di distruggerecasse e altri oggetti per il solo gusto di raccogliere monete e risorse, da spendere poi in sede di potenziamento, accendendo ogni elemento dell’albero delle abilità. I checkpoint sono ovunque e prima di un gameover il titolo concede diverse possibilità per un respawn immediato. Se gli effetti grafici delle armi valgono il prezzo del biglietto, dobbiamo riscontrare una certa scomodità in certi spostamenti della volpe. Ad esempio, saltare da un masso all’altro evitando di cadere nell’acqua – e morire – mette troppo alla prova la pazienza dei giocatori, che spesso devono indovinare la traiettoria esatta.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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