La destra parla di censura. Ma la questione non sembrerebbe legata agli strascichi di Capitol Hill
Il profilo Twitter di Libero quotidiano è temporaneamente bloccato. L’hashtag #LiberoQuotidiano è in tendenza sul social al centro di mille polemiche dopo la storica decisione della società di Jack Dorsey di chiudere in maniera definitiva l’account di Donald Trump. Il direttore della testata, Pietro Senaldi, ha tuonato contro una presunta azione di censura inserendo la vicenda nei fatti internazionali. Secondo il giornalista tutto sarebbe collegato ai fatti USA, a cominciare dalla decisione di Twitter contro Trump e da quella di Google e Apple di togliere dai propri store il social network Parler dopo che si era parlato di un possibile trasferimento dell’ex inquilino della Casa Bianca sulla piattaforma del free speech.
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Libero: la vicenda
Da ieri, lunedì 11 gennaio, il profilo Twitter di Libero risulta “temporaneamente limitato” e questo “poiché l’account in questione ha eseguito delle attività sospette”. La piattaforma dà comunque la possibilità agli utenti di vedere la pagina del quotidiano che, mentre scriviamo, è rimasta aggiornata a circa 16 ore fa, poco prima del blocco temporaneo. Gli ultimi tweet sono rilanci di articoli del giornale: c’è il bollettino quotidiano sul coronavirus di ieri, un articolo sul premier Conte e un altro sull’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Nulla di sconveniente o offensivo.
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Censura, disservizio o segnalazione?
La coincidenza del blocco temporaneo del profilo Twitter di Libero non basta per associare la vicenda alla scelta di Twitter di cacciare Trump dalla piattaforma. D’altra parte quanto successo prima e a seguito dei fatti di Capitol Hill mostra l’urgenza di regolamentare i social. Ma cosa può essere successo alla testata di centro destra? Da Matteo Salvini in giù molti hanno denunciato un episodio di censura, ma – più verosimilmente, come si legge su Giornalettismo – potrebbe essersi trattato di un accesso sospetto (possibile attacco informatico) o di un malfunzionamento del bot per condividere gli articoli sulla piattaforma. Altra ipotesi potrebbe infine essere quella di una pioggia di segnalazioni fatta da utenti malevoli nei confronti di Libero che ha portato a un blocco automatico. Non sarebbe la prima volta: sono tanti i casi di content creator, influencer e personaggi pubblici presi di mira in questa maniera (non ci sono limiti alle segnalazioni).