Curiosa partnership negli Usa fra la piattaforma e l’azienda biotech per sensibilizzare e dare una mano con gli appuntamenti
All’appuntamento per il vaccino a bordo di una comoda Uber. Moderna e la piattaforma di mobilità hanno stretto una (curiosa) partnership che ruota intorno alle vaccinazioni contro la Covid-19. Si concretizzerà in un certo numero di iniziative e se anche gran parte di queste rimarrà confinata agli Stati Uniti rappresentano un buon esempio di integrazione virtuosa anche in una fase d’emergenza. Cose che si possono fare anche altrove, con altri partner e altri protagonisti e in modo più strutturato di quanto fatto finora.
Per iniziare, infatti, si parte dall’informazione. Attraverso la sua applicazione Uber fornirà infatti notizie e indicazioni precise e verificate sui vaccini, sulla loro sicurezza ed efficacia. Quindi, sensibilizzazione per abbattere la quota degli scettici. Ma le due aziende hanno anche discusso della possibilità di attivare altre forme di collaborazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Incluso un servizio di transfer via Uber per chi deve andare all’appuntamento per la prima dose o per il richiamo del vaccino Moderna.
Promemoria per la vaccinazione
Ogni piattaforma digitale utilizzata da milioni di persone, qualsiasi sia il suo ambito d’azione, ha dunque la possibilità di fornire dettagli corretti sulla campagna di vaccinazione e contribuire a un’impresa epica. Tuttavia una sfida di certo non secondaria è quella logistica: portare le persone agli appuntamenti non è un lavoro da poco, anche limitandosi semplicemente ai promemoria e alla puntualità. Integrare sull’app di Uber una notifica che ricorda di vaccinarsi e magari propone di inviare un’auto per portarci al centro indicato potrebbe effettivamente rivelarsi di una certa utilità, in particolare per le persone con difficoltà di deambulazione o che abitino fuori mano rispetto alla destinazione.
Uber ha già offerto corse gratuite o scontate per andare a vaccinarsi: solo lo scorso mese sono state 10 milioni, rivolte in particolare ai cittadini appartenenti a comunità in difficoltà. In questo caso, tuttavia, si tratta di un accordo più profondo, un’integrazione che potrebbe fare la sua parte nell’aumentare il numero dei vaccinati, evitare i buchi negli appuntamenti (che spesso conducono a uno spreco di dosi) e così via. In una nota stampa Stéphane Bancel, Ceo di Moderna, ha spiegato che si tratta solo della prima di una serie di collaborazioni di questo tipo: “Moderna lavorerà con un gruppo di partner per educare, costruire fiducia e aumentare la consapevolezza sull’importanza della vaccinazione specialmente nelle comunità colpite in modo particolare dalla pandemia” ha spiegato il manager. Rimane da capire quali saranno questi partner ulteriori ma senza dubbio saranno esterni all’ambito strettamente sanitario e medicale, come nel caso di Uber.