La nuova docuserie di 8 puntate dedicata al tema del food. Niente porzioni XXL o gare di cucina, però: la storia dei piatti tradizionali si fa mezzo per combattere cliché culinari e affrontare tematiche complesse
Ugly Delicious. Se questo nome ancora non vi dice niente, non preoccupatevi: tra qualche tempo tutto il web italiano comincerà a parlarne. Così si chiama l’ultimo prodotto Netflix. Una nuova docuserie in 8 puntate dedicata al cibo che verrà lanciata oggi, venerdì 23 febbraio.
Il piano dell’azienda californiana è però molto ambizioso: l’obiettivo è, infatti, quello di utilizzare il tema food, molto di moda di questi tempi, per approfondire tematiche scomode e cliché culinari che ancora accompagnano molti dei piatti che finiscono in tavola.
Dal BBQ al razzismo
Qualcosa di nuovo, dunque. Anche nella forma. Niente ricette esotiche o porzioni XXL, e nessuno chef stellato che guarda al piatto con aria diffidente. Ma un viaggio alla ricerca dei legami tra cibo e cultura insieme a David Chang, fondatore del Momofuku Group e ormai volto noto della televisione. Ad accompagnarlo alcuni ospiti come chef René Redzepi, i food writer Jonathan Gold e Ruth Reichl, il comico Ali Wong e l’attore Gillian Jacobs.
Il Gumbo, uno dei piatti più antichi e tradizionali della Louisiana
Ogni episodio sarà dedicato a un cibo specifico (dal BBQ ai tacos, passando per il comfort food della Louisiana) che fungerà da spunto per trattare tutto ciò che lo riguarda. Immigrazione, razzismo, perdità della propria identità culturale…
“Questo programma ci ha permesso di addentarci in un ambito che molte persone vogliono evitare, perché parlarne è scomodo”, ha spiegato David Chang al TIME parlando della nuova serie Netflix. “Il cibo, in un certo senso, è uno strumento molto potente da utilizzare che può trasformarsi in veicolo di comunicazione”.
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Attenzione spoiler!
E per chi proprio non sapesse aspettare, qualche piccola anticipazione sul web si trova sempre. Come per ogni serie Netflix che si rispetti.
E così, spulciando in giro, abbiamo scoperto che David Chang incontrerà Cristina Martinez, una chef senza permesso di soggiorno che negli States si batte per difendere i diritti di migliaia di lavoratori nelle sue stesse condizioni. E che poi racconterà la storia poco conosciuta e “schiavista” che si cela dietro il pollo fritto. Un piatto da sempre legato alla cultura afroamericana.