Posate il controller e correte in libreria: le avventure del nostro idraulico italoamericano e del prode Link sono tutte da leggere
L’arrivo nelle sale del simpaticissimo Super Mario Bros. Il film e nelle nostre tv da salotto dello splendido The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom (qui la nostra recensione) ha rinfocolato l’amore che milioni di persone al mondo nutrono per le creature nate dalla fantasia di Shigeru Miyamoto. È dunque l’occasione giusta per esplorare alcuni dei prodotti meno noti collegati al franchise Nintendo: i manga. L’italiana J-POP in catalogo ne contiene diversi: due serie dedicate a Super Mario e diverse avventure legate alle avventure del prode Link. La nostra prova con mano.
Iniziamo da Super Mario Adventures di Kentarou Tatakuma e Takamichi Sakura, anche conosciuto in Occidente come Charlie Nozawa. Si tratta di un’opera davvero gradita almeno per gli appassionati che oggi veleggiano verso la quarantina dato che venne pubblicata in origine, suddivisa in capitoli mensili, nella storica rivista statunitense Nintendo Power che qui in Italia purtroppo non abbiamo mai visto.
Per quanto il manga risalga al 1992, insomma, è di fatto un inedito nel Vecchio continente. E proprio il fatto che sia coevo dello SNES gli dona una magia particolare, che un pochino le avventure Nintendo più recenti sembrano aver perso. Inutile dire che, visto l’anno del debutto, Super Mario Adventures si ispira fortemente a Super Mario World, il titolo che in quegli stessi mesi settava nuovi standard nella definizione dei platform.
Ci sono quindi gli affamatissimi Yoshi, i Torcibruco e i Plakkoopa, oltre a tanti altri improbabili personaggi comparsi per la prima volta in quel capitolo. Se avete visto il recentissimo film di Super Mario avrete modo di cogliere diverse citazioni tratte proprio da questo storico fumetto, a iniziare dal “rap” iniziale con cui il duetto di idraulici si presenta ai lettori. Le tavole di Charlie Nozawa sono coloratissime e il suo stile ben si adatta agli artwork che impreziosivano confezioni e manuali di istruzioni di quegli anni.
L’ultimo capitolo, uscito nel 1993, strizza invece l’occhio a Super Mario Land 2: 6 Golden Coins e introduce un nuovo personaggio: Wario, spiegando al lettore come mai il boss finale del titolo per GameBoy non possa proprio soffrire Super Mario. Le storie di Kentaro Takekuma sono leggere ma mai banali, impreziosite soprattutto da un buon numero di gag (e anche qualche personaggio inedito, come “l’amichevole Floyd”) che riescono a strappare ancora oggi, dopo tanti anni, un sorriso. È davvero un peccato che Kentarou Tatakuma e Takamichi Sakura non abbiano più lavorato ad altri manga su Super Mario dopo quell’esperienza.
In Giappone infatti si stava imponendo un altro mangaka: Yukio Sawada, che potete scoprire sempre attraverso un altro volume edito da J-POP: Super Mario MANGAMANIA. In questo caso, abbiamo per le mani una vera e propria summa delle avventure disegnate da Sawada in oltre 30 anni di estro artistico.
Questi fumetti, noti come Super Mario-Kun, vengono pubblicati sulla fortunatissima testata nipponica Corocoro Comics e, data la loro longevità, traggono spunto dalle varie avventure di Super Mario. Quelle contenute nell’antologia italiana si ispirano a Paper Mario, Super Mario Sunshine, Mario & Luigi: Fratelli nel Tempo, Super Paper Mario, Mario Galaxy e New Super Mario Bros Wii.
Rispetto a Super Mario Adventures, che era stato pensato per il pubblico occidentale, i manga di Sawada sono a uso e consumo dei lettori nipponici: lo si intuisce fin dallo stile, super deformed, ma anche dai caratteri appioppati all’idraulico italoamericano per renderlo stereotipato come tanti eroi dei fumetti giapponesi (impazzisce per le belle ragazze con tanto di flotti di sangue dalle narici a sottolineare l’eccitazione).
Tanto i 13 capitoli di Kentarou Tatakuma e Takamichi Sakura sono delicati, fanciulleschi e aderenti ai videogiochi, quanto Super Mario-Kun prende libertà creative e strizza l’occhio anche a un pubblico più adulto, con sortite qua e là dell’autore che dice la sua su ciò che preferisce o aiuta il lettore a comprendere quanto accade.
Uno dei grossi limiti delle sue opere, difatti, è che qua e là le tavole, complici l’assenza di colori, sono un po’ confusionarie e dunque non è sempre facile comprendere le tante gag, spesso demenziali. Forse un’opera un po’ troppo nipponica per i nostri palati, ma comunque da scoprire. Le risate non mancheranno.
Cambiamo decisamente registro con la Perfect Edition di The Legend of Zelda – Ocarina of Time di Akira Himekawa. Un solo volume che raccoglie tutti quelli precedentemente usciti per comporre, appunto, la sinossi alla base del capolavoro uscito nel 1998 su Nintend 64. Akira Himekawa prende in mano un titolo mastodontico, venerato dai fan Nintendo e lo trasforma in un fumetto che finalmente fa parlare l’eroe più taciturno del mondo dei videogame, esplorandone inconscio e sentimenti, emozioni e riflessioni.
Il risultato è un’opera mastodontica, sulla crescita del nostro eroe, sul suo rapporto con Sheik e Zelda, ma anche con i fattori del Lon Lon Ranch e alcuni personaggi del capitolo bonus che anticiperanno nello stile persino i Rito di Breath of the Wild. Qua e là l’artista si prende delle licenze, e non poteva essere altrimenti visto che il cammino di Link attraverso i tre sacrari dell’età fanciullesca e i sei santuari dell’età adulta, per quanto strepitoso sul fronte ludico, sarebbe risultato un po’ troppo piatto da raccontare in un manga.
Si tratta insomma di aggiunte sensate, utili a ravvivare una trama nel complesso avvincente, con tante scene silenziose che rendono le magnifiche tavole, aderentissime agli artwork del videogioco, le reali protagoniste di questo manga da collezione.