«Se si guarda all’Europa, ci sono centinaia di milioni di persone, con differenti valute e in ciascuna realtà le persone hanno un modo di rapportarsi con il denaro e i pagamenti. Attualmente ci stiamo concentrando su Olanda, Francia, Germania, Spagna e Irlanda. Gli utenti italiani possono aprire un account con bunq e al momento stiamo valutando la possibilità di localizzare il sito in Italia». Bianca Zwart, Chief of Staff to the CEO di bunq, ci ha raccontato come una fintech olandese divenuta unicorno si muove sul terreno dell’innovazione. Insieme ad altre startup europee ha partecipato al recente Milan Fintech Summit, con l’obiettivo di sondare il mercato anche nazionale e comprendere eventuali opportunità di crescita. Nel 2021 bunq ha chiuso il round Serie A da 193 milioni di euro, la cifra più alta raccolta da una fintech in Europa nel 2021. Nel 2023 ha annunciato l’ultimo round da 100 milioni di euro.
Da capitale finanziaria del Paese, Milano è parte anche polo delle principali fintech, con hub e venture capital concentrati sul segmento dei pagamenti. Attirare qui talenti nazionali ed esteri con startup europee consentirebbe non soltanto alla città , ma anche al Paese di guadagnare in termini di competitività . Torniamo però a bunq, una startup fondata nel 2012 dall’imprenditore seriale Ali Niknam e finanziata per molti anni soltanto da lui. «Siamo stati la prima banca in 35 anni a ottenere una licenza bancaria europea completa – ha commentato Zwart – E credo che questo dimostri quanto fosse necessaria l’innovazione in quel settore». L’unicorno bunq ha 10 milioni di utenti, e il focus è su un target specifico di clientela, digitalizzata e abituata a viaggiare.
«Offriamo conti bancari sia personali sia aziendali. E ci concentriamo sui nomadi digitali, vogliamo rendere la loro vita semplice». Una categoria di professionisti che abbiamo imparato a conoscere soprattutto come una delle conseguenze del periodo pandemico e delle evoluzioni nel mercato del lavoro. Tra i clienti di bunq ci sono poi anche le imprese.
«Abbiamo uffici in tutta Europa e qui vogliamo crescere, ma di recente abbiamo anche fatto richiesta per la licenza bancaria negli Stati Uniti». Rispetto invece all’ecosistema italiano come si esprime bunq? «Uno degli elementi interessanti che ho visto a Milano è che c’è grande voglia di apprendere da altri contesti. Ho visto una città davvero concentrata sui talenti».