La startup israeliana Clarity ha appena chiuso un round seed da 16 milioni di dollari, risorse che destinerà all’allargamento del team, composto da 15 persone, e allo sviluppo del proprio software. Fondata nel 2022, l’azienda ha l’obiettivo di contrastare i deepfake collaborando soprattutto con testate giornalistiche. «Sono preoccupato da ciò che sta accadendo nel mondo con 40 elezioni che si svolgeranno quest’anno. E penso che i deepfake siano una vera minaccia», ha commentato il Ceo della startup Clarity Michael Matias.
Cosa fa la startup Clarity
La società è al lavoro su una tecnologia in fase di brevettazione in grado di individuare le tracce di AI generativa in video, audio e altri contenuti in grado di inquinare il dibattito pubblico. Sappiamo quanto ormai da anni criminali informatici così come malintenzionati abbiano tutti gli strumenti a disposizione per produrre materiale capace di disinformare grazie alla grancassa social. Tra pochi mesi ci saranno le Europee e a novembre sarà il turno delle Presidenziali USA. Sempre quest’anno voterà pure l’India, il Paese più popoloso al mondo (1,4 miliardi di persone).
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L’intelligenza artificiale è una tecnologia sempre più diffusa e facile da utilizzare. La startup Clarity intende offrire il proprio software come strumento di verifica, ad esempio, all’interno delle testate giornalistiche. Non si contano gli episodi in cui quotidiani, tv e radio rilanciano contenuti che poi si rivelano manipolati e falsi. Il problema non sta però soltanto nella capacità dei giornalisti di fare le dovute verifiche, ma anche nella sempre più fine verosimiglianza dei materiali che circolano.
La startup Clarity è al momento anche in fase di collaborazione con il governo di Israele per verificare i filmati e il materiale che circola online dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Sappiamo quanto l’ecosistema dell’innovazione abbia momentaneamente sospeso le proteste contro il governo di Netanyahu.