La prima “summer school” d’Italia organizzata dai maestri di oggi per gli insegnanti 2.0 di domani
Quando chiedo ai miei alunni, “cosa vuoi fare da grande?”, pochi rispondono il maestro. Eppure sono ancora tanti i giovani che scelgono la cattedra. Molti di loro non sanno quando entreranno di ruolo, sono destinati a restare precari per lungo tempo, ma la professione del maestro esercita ancora un certo fascino sui giovani. Basta pensare che nell’ anno scolastico 2013/2014 i posti disponibili nei venticinque atenei che propongono il corso in scienze della formazione primaria sono stati 5.146.
L’università di Reggio Emilia ha avuto un incremento di domande del 12,79%, corrispondenti a 39 aspiranti matricole in più sui 344 che hanno presentato la domanda per 145 posti. Anche alla Bicocca c’è è stato un aumento delle richieste di iscrizioni al test: 860 candidati, per 400 posti disponibili, il 16 per cento in più rispetto allo scorso anno.
A loro è dedicata, la prima summer school d’Italia, organizzata da maestri per futuri insegnanti, a Mola di Bari dal 30 giugno al 4 luglio. Una settimana con Gherardo Colombo, l’ex magistrato che ha appeso al chiodo la toga per andare nelle aule a parlare di legalità ai bambini; Federico Taddia, il conduttore e autore televisivo di programmi per ragazzi; Sonia Manzi, insegnante e moglie dell’ineguagliabile Alberto Manzi; con i professori, maestri e scrittori Livio Romano, Giancarlo Visitilli, Paolo Limonta e, immeritatamente, chi scrive. Per una volta ci siamo guardati in faccia, abbiamo posato la penna; stanato la nostra incoscienza e la nostra sana follia; compreso che era necessario offrire ai giovani, che saranno i maestri 2.0, un’occasione di confronto, uno spazio in cui incontrarsi, fuori dalle aule universitarie, privi delle “regole” formali, rispettose del canovaccio di un ateneo.
Una “scuola” nata con la convinzione di passare il testimone a chi tra qualche anno insegnerà con i tablet, abolendo i quadernoni a righe e quadretti, senza la lavagna d’ardesia ma con la consapevolezza che chi “insegna”, segna la strada, indica i diversi cammini, non trasmette solo contenuti.
Una “summer school” nata a costi zero, per permettere ai più giovani di partecipare. E’ la dimostrazione che in Italia è ancora possibile, far nascere esperienze, nonostante i tagli, gli scarsi bilanci delle amministrazioni comunali. Questa scuola, voluta così in via esperimentale, ha trovato la sua culla nella volontà di chi già insegna di mettere a disposizione la propria esperienza.
Oggi, sempre più, abbiamo la necessità di pensare e progettare la scuola del futuro sia sul piano didattico che educativo. Sono i nostri bambini e ragazzi ad interpellarci. Non possiamo restare indifferenti di fronte ai volti dei migranti, ai nostri alunni che arrivano a scuola con il tablet, di fronte a dati che ci dicono che un ragazzo su dieci è stato vittima di atti di cyberbullismo.
A Mola di Bari, i maestri di oggi e quelli di domani, avranno per la prima volta, l’opportunità di guardarsi in faccia, di ascoltarsi, di gettare le fondamenta di una iSchool.