Gabriele Ronchini, AD del business incubator, spiega numeri e obiettivi del documento: “Le startup in Italia? L’Open Innovation farà la differenza”
Un piano industriale che punta ad espandere il portafoglio di partecipazioni di Digital Magics a più di 200 startup, con un target di valore a oltre 100 milioni di euro entro il 2025. Un orizzonte a cinque anni con investimenti stimati per 10,5 milioni di euro, che prevede la realizzazione fra i 20 e i 25 programmi di accelerazione. Sono alcune delle linee del piano industriale 2021-2025 approvato dal Consiglio di Amministrazione di Digital Magics, business incubator quotato nell’agosto 2013. “Il nuovo piano prevede la realizzazione nel prossimo quinquennio di almeno 20 programmi di accelerazione nei settori a maggiore sviluppo come Fintech, Insurtech, 5G, AI, Sostenibilità, Digital Health e Turismo, con importanti investimenti in oltre 200 startup – ha spiegato l’Amministratore Delegato Gabriele Ronchini a StartupItalia– la selezione di questi settori verticali continua a fare riferimento ai domini di principale interesse per il venture capital europeo, su cui il team Digital Magics ha sviluppato significative competenze, che intende rafforzare ulteriormente”.
+18% NEL 2020 E LA SPINTA DEL PNRR
“Il 2020 – ha sottolineato Marco Gay, Amministratore Delegato – conferma la crescita delle Startup e PMI Innovative riferite al mondo digitale, con un incremento di quasi il 18% ed una prospettiva di ulteriore sviluppo, che avranno un ruolo di rilievo nella trasformazione digitale del nostro Paese anche grazie al PNRR che sulla missione digitalizzazione destina circa 50 miliardi di Euro”.
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Ecco cosa ha detto a StartupItalia l’AD Gabriele Ronchini a proposito di un piano che lui stesso ha definito “ambizioso, molto condiviso” e “figlio dell’esperienza di quest’ultimo periodo, caratterizzato da una grande discontinuità”.
StartupItalia: Ronchini, un piano ambizioso.
Gabriele Ronchini: “Siamo partiti da un obiettivo principale: la crescita del valore prodotto. Che poi è creazione del valore del nostro portafoglio di startup e quindi delle stesse aziende innovative. Creazione di valore che è anche posizionamento nel mercato e sviluppo dei talenti. Questo punto cardine in termini di valore vuol dire: passare da 70 a 200 startup e raddoppiare il valore del portafoglio, da 50 a 100 milioni”.
SI: Quanto costerà il piano?
GR: “Per l’implementazione del piano servono 8 milioni”.
SI: In cosa si differenzia questo piano industriale da quelli degli scorsi anni?
GR: “Questo piano lavora su KPI specifici ed è un piano quinquennale, di lunga durata, che impone una visione a medio periodo. È figlio di un momento, come questo, di forte discontinuità”.
SI: Su quali startup puntate? Di che settore e a che livello di sviluppo?
GR: “Puntiamo su startup con una forte competenza tecnologica, focalizzata in particolare sul software, e connessa con altrettanto forti competenze in ambito di sostenibilità, di usabilità e di intelligenza”.
SI: I settori.
GR: “Siamo convinti assertori della verticalizzazione. I nostri primi investimenti li abbiamo fatti nel digital marketing. Nel tempo però siamo diventati molto bravi nel Fintech e nell’Insurtech. Con una competenza maturata fortissima. Questi due settori (i principali, in cui abbiamo la quota rilevante delle nostre partecipazioni) sono i nostri fiori all’occhiello. A questi si aggiunge l’ambito dell’enterprise software, che vuol dire tutto ciò che è abilitazione per la digitalizzazione dell’impresa. E il retail software, le soluzioni per la digitalizzazione del commercio”.
SI: A che livello di sviluppo delle startup investite?
GR: “Noi siamo un player dell’early stage: dalla nascita ai primi passi di una startup. Storicamente nasciamo come un incubatore, poi nel corso degli anni abbiamo messo a punto dei programmi di accelerazione, che ci consentono di ottimizzare efficienza operativa e selezione delle startup. Continuiamo a fare incubazione, ma i programmi di accelerazione per noi sono stati la svolta”.
SI: Nel piano industriale avete in progetto tra i 20 e i 25 programmi di accelerazione nei prossimi 5 anni.
GR: “I programmi di accelerazione funzionano bene se c’è continuità, se cioè sono pluriennali: questo permette di spalmare i costi di setup e di dare continuità alla squadra”.
SI: Come ha influito l’emergenza Covid sui piani di Digital Magics?
GR: “In una situazione drammatica come quella che abbiamo vissuto c’è stata discontinuità. Dove c’è discontinuità ci sono anche opportunità. L’innovazione in questo senso non può che essere centrale in qualsiasi piano di rilancio. Un’altra spinta al cambiamento è arrivata anche dalla reazione che ha avuto l’Italia. Penso a Cassa Depositi e Prestiti che ha messo in piedi dei team dedicati a startup early stage: è un cambiamento epocale”.