In collaborazione con BizPlace, ecco lo stato dell’arte di uno strumento in rapida crescita
«Le startup non sono le aziende del futuro, ma del presente». Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, ha fatto questa premessa in un incontro con la stampa durante il quale sono stati presentati i dati del Report sulle performance dell’equity crowdfunding in Italia realizzato dall’associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative insieme a BizPlace. Due sono i dati che spiccano dal documento (che potete scaricare a questo link): il 23% delle imprese che hanno raccolto tramite equity crowdfunding tra il 2014 e il 2019 risulta in crescita in termini di ricavi e marginalità a distanza di tre anni dalla campagna stessa; di queste, il 40% si è quotato in Borsa o è stato oggetto di operazioni di M&A.
Nello specifico il report ha preso in esame il mercato dell’equity crowdfunding in Italia, dei suoi principali operatori e delle oltre 700 emittenti che hanno realizzato una campagna di finanziamento dal 2014 a oggi e per la prima volta analizza e mette a confronto le performance economico-finanziarie delle emittenti a tre anni di distanza dalla raccolta. «È importante – ha aggiunto Cerruti – che vengano prodotte analisi come quella che abbiamo presentato oggi perché fotografano lo stato dell’arte e aiutano a comprendere e monitorare l’evoluzione e la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione».
I dati in punti
Qui sotto pubblichiamo in punti gli elementi più interessanti che descrivono lo stato dell’arte di uno strumento finanziario che si è fatto strada nell’ecosistema dell’innovazione:
• In media le startup che raccolgono un Pre-Seed o un Seed tramite l’Equity Crowdfunding stimano di triplicare i livelli di fatturato rispetto al primo anno previsionale e più che raddoppiarli tra il secondo e il terzo anno; invece le startup che raccolgono un Serie A stimano di raddoppiare i livelli di fatturato anno su anno (CAGR del 93%). Ciò che accade realmente è che in media solo chi raccoglie un Serie A riesce a rispettare i tassi di crescita attesi sul fatturato (CAGR 106%).
• In termini di settori le previsioni di crescita composta annua dei ricavi variano tra il +79% dell’Education & HR al +180% dei settori Software, Life Style e Smart City. Le previsioni sull’EBITDA sono in media positive per tutti i settori a partire dal secondo anno previsionale. Ma ci sono delle differenze: le società operanti nei settori Life Sciences ed Education & HR hanno visto, in media, persino una riduzione del fatturato nei tre anni successivi alla raccolta. A crescere maggiormente nel medesimo periodo in termini di ricavi risultano invece essere state le società operanti nei settori Media, Fintech, Digital e Software con un CAGR rispettivamente pari a 240%, 144%, 71% e 44%. Il Break-Even-Point è stato raggiunto in media già dal secondo anno per le sole società operanti nei settori del Fintech e del Software, dal terzo anno anche da parte delle società operanti nei settori del Lifestyle, Smart City e Life Sciences.
• In media si osserva una scarsa capacità previsionale da parte delle emittenti di qualunque settore con un discostamento medio rispetto alle proiezioni di fatturato a tre anni dalla raccolta che varia tra il -51% delle società operanti nel settore Media al -94/95% delle società operanti nel settore Lifestyle, Life Sciences, Smart City ed Education & HR.
In Italia il crowdfunding non è ancora così diffuso, ma è già caratterizzato da diverse storie di successo, con società di vari settori ed emittenti di diverse piattaforme, che hanno raggiunto performance economico-finanziarie di primo piano e in alcuni casi sono andate incontro a processi di acquisizione da parte di altri grandi operatori del proprio settore di riferimento o si sono quotate in Borsa. Nel 23% di aziende che sono cresciute dopo la fase di raccolta il 75% un 75% è cresciuto con tassi di crescita superiori al 20% anno su anno ed ha raggiunto la profittabilità nei 3 anni successivi alla raccolta.