Zero chiacchiere, un programma di accelerazione basato sulla conoscenza profonda del settore. Intervista a Gianluca Galgano, EY Startup and Venture Capital Leader
“Abbiamo sentito che era arrivato il momento di fare qualcosa per il nostro Paese e l’ecosistema innovazione”: è così che Gianluca Galgano racconta a StartupItalia la genesi di EY Startup Academy, un’iniziativa pensata e voluta in un momento cruciale della crescita del settore startup nel nostro Paese visto che nel 2021 abbiamo superato la soglia psicologica del miliardo di investimenti e che questo 2022 si preannuncia altrettanto positivo. Dunque ecco mettere in campo, in collaborazione con Microsoft, un programma di formazione e accelerazione destinato alle realtà early stage che punta anche a generare un effetto valanga positivo sul resto del comparto: “Puntiamo a generare un impatto positivo per le realtà che saranno selezionate ma anche per tutto l’ecosistema: sarebbe bello poter dire che quest’ultimo cresce anche grazie al nostro contributo”.
Facciamo però prima di tutto un passo indietro e spieghiamo che cos’è in pratica EY Startup Academy: si tratta di un programma che è già attivo in altre nazioni, una su tutte la Germania, e che unisce l’impegno dell’azienda sul fronte della crescita industriale con un programma interno di volontariato del personale. Sono infatti gli stessi manager ed esperti di EY a costituire i docenti del programma di formazione, della durata di 5 settimane, durante il quale offrono a titolo gratuito ai partecipanti selezionati un supporto pratico nell’acquisire le competenze di base per la gestione di un’azienda che sta nascendo e che deve anche crescere rapidamente. L’Academy è gestita dalla Fondazione EY, dunque non ha un diretto obiettivo in termini di business: si tratta di una sorta di iniziativa CSR volta alla crescita del sistema-paese Italia.
Le selezioni per la prima edizione della EY Startup Academy sono già aperte: tutte le informazioni per sottoporre la propria candidatura sono disponibili sul sito ufficiale dell’iniziativa, e la fase di iscrizione si chiuderà il 31 agosto. Dopo questa scadenza, 20 startup early stage che si saranno candidate (e che abbiano presentato almeno un MVP o un proof-of-concept) saranno invitate a presentare il prossimo 20 settembre il proprio modello di business davanti a una giuria, formata da rappresentati di Microsoft Italia, Plug and Play, InnovUp, Italian Tech Alliance, Startup Geeks, Impact Hub, Aurora Fellows e la Fondazione Talento all’Opera. 10 startup proseguiranno il proprio cammino a partire dal 28 settembre, ricevendo inoltre accesso a strumenti tecnologici messi a disposizione da Microsoft e l’accesso al network tecnico-logistico della rete EY. Alla fine del percorso, infine, alla startup che più si sarà distinta andrà anche un premio dal valore di 10mila euro.
Il venture capital come un motore
Fin qui comunque la parte delle scadenze. Abbiamo però voluto capire qualcosa di più su questo programma lanciato da EY, e per farlo ci siamo rivolti a uno degli esperti che cura tra l’altro anche il Venture Capital Barometer che ogni anno EY pubblica certificando lo stato di salute del comparto innovazione del Belpaese. A Gianluca Galgano, EY Startup and Venture Capital Leader, abbiamo chiesto tra l’altro perché questo era il momento giusto per lanciare la EY Startup Academy Italia: “Ci siamo resi conto che il mercato sta crescendo, e sta crescendo anche l’esigenza di interlocutori validi ed efficaci che possano contribuire a questa crescita: in EY abbiamo tutte le competenze necessarie a farlo, facciamo già revisione e consulenza per molte startup anche in fase di crescita importante come Scalapay o Casavo, e abbiamo deciso di mettere a diposizione in forma volontaria un po’ di questa competenza per dare all’ecosistema un contributo”.
Apple, Microsoft sono tutte nate come startup. Perché non credere che le idee visionarie del nostro Paese non possano fare lo stesso?
Tra i concetti espressi da Galgano affiora una metafora che paragona il nostro ecosistema a un motore: “Il venture capital è un asset class che funziona se c’è un ecosistema che funziona – spiega a StartupItalia – Funziona se c’è un effetto moltiplicativo tra imprese giovani, investitori e imprese più tradizionali che magari collaborano con le prime in chiave di open innovation: funziona come la trasmissione di un motore, funziona se gira la catena. Funziona se un angel investe in una startup early stage e a lui o lei poi subentra un investitore istituzionale, e poi a quest’ultimo subentra una corporate che si innamora di un business model innovativo: questa è la nostra missione, far affermare anche nel nostro Paese questo movimento, questa comunità economica, che ha dato vita a quelle che sono tra le più importanti società al mondo: Apple, Microsoft sono tutte nate come startup. Perché non credere che le idee visionarie del nostro Paese non possano fare lo stesso?”.
Il cambiamento in atto
Un altro aspetto significativo di questa prima edizione della EY Startup Academy è il tema scelto e proposto ai potenziali partecipanti: “Siamo partiti quest’anno in Italia perché abbiamo sentito che avremmo potuto toccare alcuni punti e generare un impatto positivo sull’intero ecosistema – spiega sempre Galgano a StartupItalia – Anche per questo siamo partiti dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG, ndr) delle Nazioni Unite: sono obiettivi alti e ampi, che non ci costringono a effettuare delle scelte settoriali in merito al tipo di aziende coinvolte. Al contempo, si tratta di una scelta che punta a far generare un effetto a cascata positivo anche da parte delle aziende che parteciperanno a questa iniziativa”.
C’è anche in atto un cambiamento sistemico che coinvolge l’intero tessuto industriale, frutto ovviamente dell’emergenza sanitaria globale ma pure di una ritrovata attenzione per la questione sostenibilità : “In tanti settori sta cambiando il modello operativo, per una serie di ragioni macro-economiche e politiche: ad esempio il settore dell’energia – prosegue Galgano – come si può intuire anche a causa della crisi ucraina ha subito in questo periodo un impatto rilevante: ecco, quello potrebbe essere un settore in cui l’innovazione, l’invenzione di un giovane imprenditore, può dare un contributo interessante a tutta l’economia. Si tratta senz’altro di un settore potenzialmente molto vicino a quei temi di impatto di cui parliamo”.
Tra gli altri settori potenzialmente oggetto di innovazione significativa, Galgano indica soprattutto quelli legati al consumo: “Anche a seguito della pandemia e dell’introduzione del cosiddetto smartworking, è cambiato il modo stesso in cui intendiamo consumare, pagare, valutare l’acquisto e le caratteristiche di un prodotto: senz’altro questo è un verticale su cui ci sono molte iniziative interessanti, ma credo e spero che saremo tutti stupiti da idee che arriveranno, proposte inaspettate”.
L’obiettivo di EY Startup Academy
Chiediamo a Gianluca Galgano come pensa si possano misurare il successo e gli effetti di un’iniziativa di questo tipo: “La nostra missione è far entrare un gruppo di giovani imprenditori in questa Academy e farli uscire con un tesoro di know-how e contatti che possano valere anche più delle lezioni che seguiranno”. Ma, soprattutto, ci dice che l’obiettivo è quello di porre sempre di più i riflettori sul nostro ecosistema in crescita: “Dare visibilità a queste realtà , alle loro iniziative, cercare sempre di più di coinvolgere in questo ecosistema più interlocutori, anche e soprattutto aziende: sviluppare quell’interazione di cui parlavo prima con l’esempio della catena di trasmissione”.
Sullo sfondo c’è un ecosistema startup che i numeri dicono sta crescendo: “L’esperienza fatta col premio startup de L’Imprenditore dell’Anno ci ha fornito risvolti molti positivi: vediamo la strada che percorrono le realtà da noi premiate, vediamo duplicare o triplicare le candidature ogni anno: è importante per noi vedere in circolazione realtà sempre più forti, idee sempre più forti – conclude – In questo senso speriamo che i giurati di EY Startup Academy abbiano il problema di scegliere le 20 migliori tra tante candidature forti che arriveranno”.