All’interno di ImpactHub Firenze, la struttura fondata da 23 aziende locali (anche Kentstrapper) per lo sviluppo di prodotti innovativi
Le aziende artigiane possono fare open innovation? Il loro reparto di Ricerca e Sviluppo può prendere forma in uno spazio dove i makers possono incontrarsi, far crescere e contribuire alla diffusione di progetti innovativi, nell’ambito del design, dei droni, della stampa 3D, della wearable tech? La risposta è sì, in entrambi i casi. Un esempio? FabLab Firenze, in via Panciatichi 10. Insieme a Fablab Pisa, Fablab Cascina e Fablab Contea, è uno dei principali fablab in Toscana, ospitato presso ImpactHub Firenze nei pressi della stazione di Rifredi. ImpactHub Firenze è un coworking e acceleratore dedicato all’impresa sociale ed è gestito dall’Agenzia per la cooperazione e lo sviluppo Lama.
Sono stati in tutto 23 i soci fondatori di FabLab Firenze , che non è solo un fablab, ma un hub. E’ speciale anche per questo. Per Mattia Sullini, uno dei fondatori «uno spazio che vuole essere prima di tutto una piattaforma per lo sviluppo indipendente di progetti, in cui le aziende partner diventano utilizzatori della struttura e il fablab riceve contenuti di qualità ottenuti in maniera autonoma».
Il portale di design premiato alla Maker Faire Rome
A sostenere Fablab Firenze (QUI la lista completa) c’è MakeTank di Laura De Benedetto, il marketplace dei digital makers (con sede a Firenze) in cui la tradizione artigianale e di design si abbina alle nuove tecniche di digital fabrication e open hardware. E’ anche la startup che ha vinto il primo Techgarage di Maker Faire Rome, il contest riservato ai 20 migliori progetti d’impresa selezionati dal Barcamper Makers Tour. C’è Kentstrapper (fusione tra il soprannome di Lorenzo, Kant, e Strap, il nome adottato dalle macchine che derivano dalla RepRap) la startup dei fratelli Lorenzo, Luciano e del padre Ugo Cantini (anche loro tra i soci fondatori di FabLab Firenze), che dal 2011 hanno messo su una vera impresa familiare specializzata nella progettazione e produzione di stampanti 3D low cost, partendo da progetto RepRap.
Nel progetto c’è Plug and Wear di Riccardo Marchesi. Dai tessuti naturali a quelli tecnologici, passando per la crisi. Dalle macchine che tirano lana e cotone a quelle che intrecciano fili intelligenti, perché si interfacciano con un computer. E’ la storia un imprenditore tessile di Firenze, che si è trovato sulle spalle l’azienda di famiglia. Preso a sportellate dalla crisi, anziché chiudere ha rilanciato. Ha smontato e rimontato la sua manifattura, l’ha hackerata e gli ha ridato un futuro. Il filo d’oro (proprio così, un filo d’oro) che gli ha ridato speranza. Ora tra i filari delle sue macchine in via Rocca Tedalda 25 passano i tessuti del futuro.
E anche ComboProject di Mattia Sullini, Ninux, Firenze CoderDojo, MakeAusili, Proteo, Paleos, Lo Fo Io, e MakerCircus.
Dal learning by making alle stampanti 3D di Kentstrapper
Dagli obiettivi alla pratica. Fra i progetti più recenti sperimentati a ImpactHub Firenze c’è Spin my school, un progetto di Learning by Making, nato in collaborazione con GE Oil & Gas, divisione di General Electric. Obiettivo? Aiutare gli studenti delle scuole medie e superiori di Firenze a sviluppare tecnologie utili alla vita scolastica. Grazie a questo progetto una classe arriverà a realizzare un sistema di registrazione live delle lezioni in modo che poi possano essere anche archiviate, consultate e ricondivise tra gli studenti.
Negli spazi del Fablab Firenze sono di casa le stampanti 3D di Kentstrapper, che hanno ricevuto supporto alla campagna di crowdfunding su Kickstarter per Noah, la loro ultima creazione.  E tante altre iniziative di networking legate all’artigianato digitale, come Artigiani in Coworking di Lofoio o il contest di design Lasermaker di MakeTank.