Ecco l’elenco delle startup agtech che, nel 2015, hanno ricevuto di più dal seed capital. Non è una classifica, ma indica alcune delle giovani imprese più promettenti (con un’italiana)
Chi semina bene raccoglie buoni frutti. Un proverbio pensato quando droni e foodtech erano ancora di là da venire ma che mantiene intatto il suo valore. Il panorama del seed capital nell’agtech è sempre più forte. Il 49% degli investimenti in startup del settore è rivolto alle giovanissime imprese. Sulle quali sono piovuti, secondo l’Agtech report, 130 milioni di dollari nel 2015, 48 in più rispetto al 2014.
Il Food eCommerce è numericamente il comparto più attraente (con 89 deal). Seguono Decision support tech (con 21 operazioni) e droni e robotica (con 20). Gli Stati Uniti si confermano polo mondiale (con 140 deal). E l’India (con 39) si impone come forza emergente.
Il mercato è in evoluzione. E nuovi attori nascono (e muoiono) ogni anno. L’elenco che segue mette in fila i principali seed in base ai capitali ottenuti. Non è una classifica di valore, né una garanzia di successo. Ma aiuta a individuare alcune delle startup più promettenti dell’agtech mondiale. Ne sentiremo parlare (se non lo abbiamo già fatto).
I primi 20 seed del 2015
1 – Skyward. La startup che ha raccolto di più è, per distacco, questa società che si occupa di droni. Nelle casse sono arrivati 4,1 milioni di dollari in un solo round. Si aggiungono a 1,53 milioni ottenuti nel 2014. Spesso si parla di una regolamentazione dei voli per i droni. Ecco: Skyward fa questo. Crea software per la gestione dei droni nelle attività commerciali. Dice quando, come e dove colare. Produce dati, elabora mappe e pianifica operazioni. Uno strumento in più per l’agricoltura (e non solo).
2 – Keenan Recycling. La società scozzese serve già attività commerciali, amministrazioni locali e privati. Si occupa di chiudere un ciclo circolare, quello del riciclo dell’organico. 3,3 milioni di euro freschi per ritirare da case e ristoranti il cibo avanzato, trasprtalo e trasfromarlo in compost.
3 – Descartes Labs. 3,3 milioni anche per questa startup fondata nel 2014. Descartes Labs fonde big data e intelligenza artificiale, traformando le immagini (satellitari) in informazioni utili all’agricoltura. Secondo il suo fondatore, riesce a fornire previsioni più precise del dipartimento dell’agricoltura americano. La società è già qualcosa più di una promessa. Dopo il seed incassato a maggio, a novembre ha ottenuto un round A da 5 milioni.
4- Intelligent Wireless Networks. Appena giù dal podio con i suoi 3,2 milioni, Intelligent Wireless Networks si concentra sull’agricoltura di precisione. La base è una infrastruttura wifi che consente anche alle aree rurali di connettersi. Ne derivano sensori, monitor e dispositivi che raccolgono ed elaborano dati. L’IoT in campagna, senza passare dal satellite.
5- Harvest Urban Farms. Tre milioni di dollari raccolti a settembre per questo sistema di agricoltura urbana. Niente pesticidi ed erbicidi, ma l’applicazione di tecnologie pensate dalla Nasa alle colture. 365 giorni l’anno e risparmiando acqua ed energia. La terra torna in città (a partira da Vancouver) con un impatto ambientale limitato.
6- Knock Mart. Non poteva mancare nella top 5 il food delivery. Knok Mart opera per ora solo in Egitto. Ma, a meno di un anno dalla sua fondazione, ha già incassato 3 milioni di dollari. Il segreto è nella velocità: la startup consegna in meno di 60 minuti e mira a ridurre ancora i tempi per diventare la più rapida sul pianeta.
7- PowWow Energy. Altri 3 milioni piantati in California. PowWow Energy utiizza i big data per costruire un sistema produttivo che minimizzi l’uso di acqua ed energia. Registra gli sprechi e lancia eventuali alert. Tutto attraverso un moniotraggio che offre indicazioni e soluzioni in tempo reale via smartphone.
8 – Yumist si piazza all’ottavo posto grazie a due round, incassati in testa e in coda al 2015. Il primo, da un milione, è arrivato a gennaio. Il secondo, da due milioni, a dicembre. Yumist è stata fondata nel 2014, in India, dall’ex cmo di Zomato. E si presenta come la startup del comfort food on demand. Attraverso un’app.
9 – Naio Technologies. Questi 2,7 milioni sono arrivati in Francia, destinati al campo della robotica. Naio sviluppa macchine per la gestione dei campi e la raccolta di dati.
10 – Edyn. Nato in California, questo giardino smart è pensato soprattutto per i neofiti. Utilizza un sensore a energia solare per monitorare suolo e acqua. Se non tutto è perfetto, ecco un alert sullo smartphone e, in caso di bisogno, arrivano nuove indicazioni a una valvola smart. Dopo aver incassato 2,1 milioni nel 2015, Edyn ha inaugurato il nuovo anno con un altro round da 2 milioni.
11 – GrubMarket è la conferma che questo elenco non è una classifica. Perché, stando alla ripartizione tra tipi di round, la startup fondata nel 2014 è undicesima. Merito di 2,1 milioni incassati a gennaio. A settembre 2015, però, a 19 mesi dalla nascita, ne sono arrivati altri 10 in un round A. Fuori da questa graduatoria ma non meno pesanti. Come funziona? L’utente ordina prodotti locali freschi con un’app. GrunMarket compra dai produttori locali e te li porta all’uscio.
12 – Back to the Roots. Altro caso di startup che ha aperto il 2016 correndo: dopo i 2 milioni ottenuti lo scorso giugno, sono già arrivati altri 5 milioni. Nata nel 2009 come kit per coltivazione in casa si funghi, Back to the Roots ha allargato il business dal “pronto da coltivare al pronto da mangiare”. In altre parole: prodotti freschi confezionati affiancano funghi e piante “in scatola” per coltivare in casa.
13 – Bright Cellars. Da un seed di 20 mila dollari a uno da 2 milioni nel giro di 7 mesi. Entro un anno dalla fondazione. Si definisce “un club del vino” online, ma non ha nulla di esclusivo. Anzi, si rivolge soprattutto a giovani e neofiti. Tutto parte con un quiz. In base alle risposte, un algoritmo guida l’utente verso le bottiglie che meglio potrebbero soddisfare i suoi gusti.
14 – DroneView Technologies. Altra startup capace di ottenere due milioni a meno di un anno dalla fondazione. Offre soluzioni tecnologiche, formazione e consulenza per il mercato dei droni. Con particolare attenzione all’uso delle immagini aeree per l’industria e l’agricoltura.
15 – ZuperMeal. Un altro indizio della forza del food delvery indiano. E non solo per i 2 milioni incassati ma anche per la vitalità del settore. ZuperMeal è una piattaforma pensata per far guadagnare qualche soldino ai cuochi amatoriali. Vi piace cucinare (a casa vostra)? Bene: iscrivetevi. ZuperMeal si occuperà del ritiro, della vendita e della consegna.
16 – Biosyntia e il suo round da 1,9 milioni portano nell’elenco la biotecnologia e la Danimarca. La startup produce in modo rapido biocatalizzatori, cioè sostanze che consentono la produzione di composti in modo meno costoso e più sostenibile.
17 – Satvacart ci riporta in India. 1,8 milioni per un supermercato che vive solo online. E spazia oltre il cibo, con la vendita di 4 mila prodotti. Con la particolarità di puntare anche su piccole spese: non esiste una spesa minima per far partire l’ordine.
18 – GreenIQ. Fondata nel 2013, ottiene immediatamente 450 mila dollari. Dopo un anno e mezzo ecco un round da 1,8 milioni. Il settore è quello dell’IoT. Obiettivo: “Far diventare una smart home una green home”. Crea dispositivi dispositivi per il risparmio delle risorse. È partita con un “garden hub” per coltivare riducendo del 50% il consumo di acqua.
19 – MyTable. C’è anche un’italiana. È la piattaforma, nata a Torino, consente di prenotare il proprio tavolo. L’iniezione di liquidità è arrivata da TripAdvisor, che ha trasformato il marchi in The fork.
20 – Clara Foods produce albumi d’uovo che sanno di albumi d’uovo. Cosa c’è di nuovo? Lo fa senza il rischio di salmonella, usando meno terra e meno acqua. E senza galline. Un’idea che ha ttirato 1,8 milioni. È il primo uovo vegano. Grazie alla biotecnologia.
Paolo Fiore
@paolofiore