La Vehicle to Everything communication per strade più sicure. Il gigante dei semiconduttori americano mette 30 miliardi sull’automotive
La cifra non è stata confermata, ma TechCrunch ha riferito di un accordo chiuso tra i 350 e i 400 milioni di dollari. Tanto è stato sborsato da Qualcomm, società americana che produce semiconduttori, per acquisire la startup israeliana Autotalks. Il business di quest’ultima si lega al settore della mobilità intelligente: la sua tecnologia si compone di chip in grado di far parlare le auto con il traffico circostante, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il rischio di incidenti stradali. La startup ha raccolto in tutto 110 milioni di dollari da vari soggetti VC e Big Tech (compaiono Samsung, Toyota, e fondi come Magenta Venture Partners e Vintage Investment Partners). V2X, la sua tecnologia, è intesa come una Vehicle to Everything communication. Il settore dei trasporti rappresenta un laboratorio fondamentale per l’industria dei chip.
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Nell’ambito dell’Internet of Things, la mobilità del futuro dovrebbe garantire un ambiente urbano ed extraurbano più sicuro grazie ad automobili e mezzi che si parlano tra di loro nel traffico, prevenendo situazioni pericolose e allertando i sistemi in caso di incidenti imminenti. Acquisendo Autotalks, Qualcomm va a potenziare la sua linea di produzione legata all’automotive nella quale ha intenzione di investire 30 miliardi di dollari. Cifra che rende bene l’idea del ruolo dei semiconduttori nell’ambito dei trasporti.
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Autotalks, fondata nel 2009, non si occupa in realtà soltanto di automobili: pure le biciclette possono essere attrezzate con i suoi chip, capaci di avvisare le persone di rischi imminenti. In Italia la questione della sicurezza stradale non è mai salita in cima all’agenda della politica, ma fatti di cronaca recenti hanno spinto diverse associazioni a chiedere maggiore sicurezza: nel 2022 i decessi sono stati 1489 (+11%). La tecnologia – unita a educazione stradale e prudenza – è un fattore in grado di cambiare l’approccio culturale che troppo spesso in Italia associa gli incidenti a fatalità e non a eventi che si potrebbero evitare con misure concrete.