Mangiar bene è di moda. Ma orientarsi tra menu, carte dei vini, insegne bio e superfood può rivelarsi sfiancante. Anche perché mancano riferimenti affidabili. Il marketing asfissiante non aiuta. Ne abbiamo parlato con la giornalista Alessandra Biondi Bartolini
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Vincenzo Lionetti, padre della ristoceutica, spiega come un insieme di ingredienti, messi insieme con intelligenza, può diventare un pasto funzionale. Molte startup hanno sposato questa filosofia
Il 32enne originario di Messina ha creato Loft Italy, una piattaforma che mette in contatto turisti, case vacanze e produttori. Obiettivo: portare le esperienze enogastronomiche in tutto il mondo, in qualsiasi momento
Il finanziamento è guidato da 3 fondi di climate tech: BNP Paribas Solar Impulse Venture Fund, BNP Paribas Asset Management attraverso un fondo dedicato all’economia sociale e Lombard Odier Investment Managers Sustainable Investments
Si chiama Flavrs ed è stata fondata da due ex dipendenti di Google. Come social network punta a raccogliere i content creator in cerca di nuove fonti di traffico
L’artista e tech founder spiega come l’esperienza food, oggi dematerializzata, può diventare più reale che mai. “Diversi marchi stanno già inventando un entusiasmante mix di esperienze virtuali fisiche e coinvolgenti, in cui è possibile ottenere ricompense nel mondo reale”
Funghi per uso culinario o medico, fertilizzante naturale, cibo bio per pesci e galline, calore per le serre, uova e ortaggi anche micro, tutto prodotto con i fondi di caffè che la startup Circular Farm raccoglie in bici nei bar di Scandicci (Fi) e trasforma in risorse. “Rigenerare e coltivare ovunque è la mission della nostra fattoria urbana senza terra, circolare e sostenibile”
Sottoprodotti alimentari e calore inutilizzato degli impianti di biomassa, da problema diventano risorsa per BugsLife, la startup che vuol rendere l’ecosistema agroindustriale più sostenibile producendo farine proteiche per il pet food e fertilizzante naturale dalle larve di mosche soldato. Gli startupper: “proponiamo un modello agroindustriale sostenibile, riproducibile ovunque e attento al territorio che la natura ci ha suggerito”
La startup californiana è una delle tante imprese che sviluppa soluzioni per automatizzare alcune attività nei ristoranti: l’obiettivo non è rimpiazzare i camerieri umani, ma liberarli da compiti ripetitivi per curare meglio il cliente
Con i suoi 5.000 metri quadrati di impianto nella Capitale, la startup The Circle conferma le stime di crescita del settore. Siamo di fronte a un business che può far bene all’ambiente e anche alla redditività agricola? Sembrerebbe di sì.