Dieci aziende selezionate hanno partecipato a Nairobi all’iniziativa di Joule, la scuola di Eni per l’impresa. Tre le vincitrici. Al centro del programma, promosso insieme alla no-profit BeEntrepreneurs e ospitato da E4Impact Entrepreneurship Center di Nairobi, nuove soluzioni per innovare il comparto agricolo
Kenya
Sweet Africa è una startup innovativa che si occupa della distribuzione di frutta tropicale essiccata e di quella proveniente dal Kenya
Al momento soltanto in Kenya per chi ha uno smartphone con sistema Android
Nel continente africano si stanno sviluppando realtà molto interessanti che aiutano le startup a sviluppare il proprio potenziale
Si chiama FlipFlopi boat il veliero keniota fatto interamente con ciabattine e bottiglie. Naviga nell’oceano tra il Kenya e Zanzibar per sensibilizzare le popolazioni locali al problema dell’inquinamento da plastica
La signora è diventata famosa per un post scritto dalla nipote: “Questa è la mia nonna Irma, una giovanotta di 93 anni, che stanotte è partita per il Kenya per andare in un villaggio in un orfanotrofio”. L’abbiamo rintracciata e le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più sulla sua nonna
I ragazzi imparano attraverso tablet e altri dispositivi tecnologici. In mancanza di insegnanti, questo kit garantisce un hotspot wi-fi e un server con i contenuti
La storia è quella di un giovane tedesco che, grazie alla sua organizzazione umanitaria – Cheap Impact – ha sostenuto la costruzione del Korando Educational Center. La struttura, che utilizza tecnologie sostenibili, ospita 205 bambini e offre un rifugio anche ai piccoli maltrattati.
L’istruzione con smartphone e tablet arriva in Africa con Kukua, che sviluppa giochi educativi appositamente pensati per fornire un’istruzione di base ai bambini che nascono nelle comunità più povere
La catena di scuole Bridge International Academies porta l’istruzione di massa nei paesi poveri, dove i maestri sono assenteisti e le classi sovraffollate. La diffusione di enti privati che fanno uso della tecnologia è un segno di “istinto di sopravvivenza” dei genitori: pur poverissimi sono disposti a pagare per dare ai propri figli un’istruzione migliore di quella pubblica