Al Mit hanno modificato piante di spinaci introducendo nanotubi di carbonio per trasformarle in sensori di mine e ordigni esplosivi. E’ una rivoluzione: si chiama nanobionica vegetale
sensori
Realizzato da ENEA, può misurare il livello di emissioni e condividere i dati con altri utenti. In questo modo, sarà possibile tracciare l’esposizione personale agli inquinanti e scegliere un percorso più green attraverso un’app per smartphone. Lanciata una campagna di crowdfunding per realizzare una flotta di sensori-pilota da testare nelle città .
Proprio come l’airbag delle automobili, Hovding protegge collo e testa all’occorrenza. Inventato da un gruppo di studentesse svedesi (e promosso da Stanford) infatti, è un vero e proprio casco “invisibile”, che si attiva solo in caso di incidente.
L’hanno creato in Austria ed è solo il primo indumento di un progetto più ampio. Parliamo di un calzino, ricco di sensori, che si indossa sopra la protesi e permette all’utente di apprendere informazioni e dati sul mondo che lo circonda.
Abbiamo fatto una passeggiata nella prima piazza smart d’Italia. Si trova a Torino ed è sviluppata da una società che sta costruendo una Social Smart City in Brasile. Un piccolo laboratorio che mostra come cambieranno le nostre città nei prossimi anni.
I ricercatori della Iowa State University hanno realizzato una batteria da 2,5 Volt a base di alcool polivinilico che si dissolve in acqua in 30 minuti. In futuro potrà essere utilizzata per dispositivi medici da impiantare nel corpo umano, per sensori ambientali temporanei e per dispositivi militari che non devono cadere nelle mani del nemico.
Singapore non è solo una città innovativa. È la capitale di uno stato che investe in ricerca e startup, che è attento all’ambiente e che nella raccolta e nell’utilizzo dei dati vede la chiave di un futuro più efficiente per i cittadini
L’ha realizzato la BACtrack di San Francisco per prevenire l’abuso di alcol. Si chiama Skyn ed è un dispositivo indossabile: una sorta di braccialetto, che rileva l’alcol dal sudore e ci avverte in tempo reale – attraverso un’app – se stiamo esagerando.
Una piccola tessera colorata con un cuore hi-tech promette di rendere smart tutti i nostri oggetti. Si chiama Mesh ed è il progetto di Sony che vuole avvicinare tutti gli utenti all’internet delle cose.
Disegnare il proprio robot, decidendo forma e comportamento, e poi “dargli vita“: sarà possibile grazie alla fabbrica virtuale nata dalla collaborazione dei ricercatori del Politecnico di Zurigo con quelli del centro ricerche della Disney e dell’università Carnagie Mellon.