Secondo gli ultimi dati, le frodi online sono aumentate del 20% rispetto al 2022, con perdite globali per oltre 48 miliardi di dollari. Cosa fare per non incappare nel mirino dei truffatori nelle nostre corse contro il tempo per i regali di Natale? Le risposte di Massimiliano Dona
Avvocato, giornalista, presidente di Unione Nazionale Consumatori, insegnante, divulgatore e content creator da oltre 330mila follower, Massimiliano Dona da anni studia i mercati e i diritti dei consumatori. E mette a disposizione consigli e previsioni per scampare alle truffe che sia negli e-commerce che nei negozi fisici, soprattutto sotto le festività o in periodi di sconti, diventano sempre più frequenti. Secondo gli ultimi dati diffusi da Yarix, divisione Digital Security di Var Group, le frodi online quest’anno sono aumentate del 20% rispetto al 2022, con perdite globali per oltre 48 miliardi di dollari. Cosa fare, allora, per non imbattersi in siti truffaldini? E come riconoscere una trappola da un’offerta? Nel suo ultimo libro, “Il carrello dalla parte del manico”, Dona porta alla luce alcuni aspetti legati alle vendite online e offline in cui tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo imbattuti. Nel corso degli anni, il presidente ha pubblicato diversi testi, saggi e un libro-inchiesta sul diritto dei consumatori, “Affari Loro. Magie, trucchi e quattrini del mondo dei pacchi”, che analizza gli scandali dei giochi a premio televisivi. Il suo ultimo lavoro, “Il carrello dalla parte del manico”, tratta le ultime strategie elaborate dai truffatori nel mondo del web ma anche nei negozi fisici.
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Presidente, che cosa l’ha spinta a mettere a terra il suo ultimo libro?
Sulla mia pagina Instagram ogni giorno raccolgo segnalazioni e lamentele da parte dei consumatori. Sono partito proprio da queste storie per analizzarle e accompagnare i lettori in un viaggio dal supermercato al ristorante, passando per il bar, la farmacia, il negozio di abbigliamento e l’officina, senza dimenticare gli acquisti online e a domicilio, con l’obiettivo di aiutare i consumatori ad attivare i “superpoteri” e diventare più consapevoli dei propri diritti (e doveri). “Il carrello dalla parte del manico” non è un inno al consumismo, ma ha l’ambizione di portare i consumatori a cambiare approccio nei confronti degli acquisti.
Il titolo, in effetti, è esemplare, ma quale è il suo vero significato?
Per me “avere il manico” equivale a dire “essere un guidatore provetto” e, quindi, attivare tutti quei superpoteri che sono autentiche tecniche di autodifesa del marketing. Questo titolo è un’esortazione a prendere in mano la situazione e ad essere dei buoni piloti. Noi siamo padroni delle nostre scelte, ma spesso incappiamo nell’errore di compierle troppo velocemente e farci condizionare dal marketing messo in atto nei punti vendita. Questo è un aspetto che si verifica soprattutto negli acquisti online, che propongono spesso “offerte a tempo”. Ricordiamoci sempre che una scelta affrettata non è dettata dalla razionalità ma dello slancio nella compera di un prodotto di cui non abbiamo bisogno o che è svantaggioso rispetto ad altri.
Il suo libro inizia in un supermercato. Perchè?
Parto dal supermercato perché lì spesso i consumatori si imbattono in una serie di tecniche di marketing che distraggono dalle reali necessità: luci e musica, il posizionamento dei prodotti, i rischi del sottocosto e la “shrinkflation” influenzano il nostro modo di effettuare gli acquisti al supermarket. Un consiglio che do sempre spassionatamente è quello di arrivare preparati, con una lista della spesa, come facevano le nostre nonne. Quello della “shrinkflation“, inoltre, è un fenomeno che si va diffondendo sempre di più: molti brand propongono confezioni di vivande da 400 gr. ad esempio allo stesso prezzo a cui poco tempo fa proponevano quelle da 500 gr: tutte queste sono tecniche che mirano a ingannare i consumatori.
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Dopo il supermercato, poi, passo al ristorante, soprattutto dopo la calda estate degli scontrini pazzi. Sapeva, ad esempio, che la mezza porzione può costare il 70% del prezzo intero se è segnalato sul menù? E che per le modifiche dei piatti è lecito dover pagare il sovraprezzo?
Onestamente sino ai più recenti fatti di cronaca non ne ero a conoscenza..
Ebbene sì, il taglio della torta di compleanno, ad esempio, è giusto pagarlo ma soltanto se il cliente è stato informato del sovrapprezzo. Se tutto questo non è concordato prima del pagamento allora viene commessa un’illegalità. Più banalmente anche il costo del “coperto” in un ristorante deve sempre essere indicato nel menù: si tratta di regole di trasparenza e non rispettarle significa commettere un’illegalità.
Quali sono i reclami che avvengono con più frequenza?
Partendo dai supermarket, quelli che non vedono riconosciuti alla cassa gli sconti proposti sugli scaffali. È una cosa che capita molto frequentemente. Parlando di e-commerce, le tecniche che ritroviamo nell’online sono spesso simili a quelle dell’offline come il “cross selling”, che propone prodotti diversi combinati assieme perché spesso vengono consumati contemporaneamente, come il sugo e la pasta. In questo senso, il digitale è uno strumento molto più potente in termini di sollecitazioni e tecniche di marketing perché è più pervasivo e immersivo. Nell’online si assiste spesso al fenomeno dei “dark patterns”: tecniche che spingono l’acquirente a comperare una serie di oggetti che, altrimenti, non avrebbe comperato. E spesso si reclamano acquisti effettuati per prodotti che mai sono stati consegnati.
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Quali consigli si sente di dare ai consumatori?
L’autodifesa per i consumatori deve iniziare dalla lettura: confrontando ad esempio il prezzo di un prodotto al chilo con quello che viene proposto in una proporzione minore, oppure non lasciarsi ingannare dalle buste: spesso si tende a proporre prodotti confezionati in grandi buste ma con quantità di contenuto scarse. Un’altra cosa da dover sempre considerare è la data di scadenza e le offerte proposte. Raccontarsi esperienze non soddisfacenti, soprattutto nel mondo del web, è un altro aspetto molto importante: oggi le recensioni sono di grande aiuto per i consumatori.
Come sporgere reclamo nel modo corretto?
Direi che lamentarsi con il produttore di un elettrodomestico in garanzia, ad esempio, è inutile: è il venditore a essere responsabile e reclamare è sempre la soluzione migliore. Parlare con il direttore del punto vendita dove si è acquistato un oggetto che ci ha dato problemi è, quindi, sempre un’ottima soluzione. Nel libro c’è un intero capitolo dedicato a come si fa un reclamo chiamato ‘La tutela che vorrei’: la mia lista della spesa di dieci cose che vorrei le istituzioni si impegnassero a cambiare per migliorare le vite delle persone. Parlo di equità nelle disdette contrattuali, di porre un freno alle rimodulazioni unilaterali, di esigere più trasparenza sui prezzi e maggiori tutele dalla pubblicità camuffata.
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Infine, lei ha tantissimi follower sui social, come ha raggiunto questa popolarità?
Quella del creator per me è una missione. I miei profili sono esplosi con una serie di contenuti che ho pubblicato in particolar modo su Instagram e TikTok. Credo che il segreto sia quello di aver sempre espresso con chiarezza, facendo vedere dal vivo, come stanno i fatti. I miei video sono girati in loco e questo attira tantissimo l’attenzione del pubblico online che apprezza il fatto che non parli di teoria ma di storie vere. Inoltre adotto un linguaggio divulgativo semplice, per arrivare a tutti nel modo giusto. La mia mission è quella di educare al consumo e di prevenire le truffe perchè prevenire è sempre meglio che curare. Credo che questo intento sia arrivato forte e chiaro alla mia community.