«Stop Devaluing Music», ovvero, stop alla svalutazione della musica. Sono più di 200 gli artisti che hanno firmato una lettera aperta siglata dalla non profit Artist Rights Alliance, associazione che riunisce cantanti da tutto il mondo. L’obiettivo è farsi ascoltare dalle Big Tech attive nel settore dell’AI. Come accaduto nel 2023 per sceneggiatori, autori e attori a Hollywood, lo scopo dei musicisti non è quello di demonizzare l’intelligenza artificiale in quanto tale, ma evitare che vada a violare diritti d’autore e la creatività dei professionisti del settore.
Chi ha firmato l’appello degli artisti sull’AI
«Quando viene usata in modo irresponsabile, l’intelligenza artificiale rappresenta un’enorme minaccia per la nostra capacità di proteggere la nostra privacy, le nostre identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sostentamento», si legge nell’appello firmato da star come Nicki Minaj, Billie Eilish, Katy Perry e da band come i Mumford & Sons.
L’appello degli artisti punta il dito contro «alcune delle aziende più grandi e potenti» che «stanno usando, senza autorizzazione, il nostro lavoro per addestrare modelli di intelligenza artificiale». Gli strumenti di intelligenza artificiale disponibili online mettono a disposizione degli utenti strumenti estremamente efficaci dal punto di vista del prodotto finale.
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Il problema è che intere industry – dal giornalismo all’arte – si chiedono su quali dati e contenuti questi software sono stati allenati. Tra le cause in corso citiamo quella tra il New York Times e OpenAI, accusata dalla testata più autorevole al mondo di aver utilizzato milioni di articoli per le varie versioni di GPT. Gli artisti nella lettera aperta chiedono che si fermi questo «assalto alla creatività».