Con Rudy Bandiera analizziamo un tweet diventato virale. Perché ha rimbalzato così tanto? Forse per la genuinità di uno sportivo che ha sfruttato il megafono dei social per fare outing in un mondo ancora molto maschile come quello del calcio
Alberto Legarraga è un giovane portiere di 28 anni: non solo un appassionato di calcio ma anche un brillante ingegnere informatico. Ha giocato in diverse squadre, tra cui l’Alcorcon, Real Murcia e Las Rozas. La sua ultima stagione è stata indimenticabile, grazie alla promozione della sua squadra, che ha subito solamente 17 gol in 30 partite, dimostrando le sue eccezionali abilità difensive. Ma questa non è una notizia. Alberto Lejarraga, il portiere del Marbella, ha deciso di celebrare la promozione della sua squadra con un gesto molto significativo: ha postato una foto in cui bacia il suo compagno su Twitter. La dedica che accompagna le immagini è un ringraziamento al suo partner per essere sempre stato al suo fianco, sia nei momenti belli che in quelli difficili, e per aver condiviso con lui la gioia di questa grande vittoria. Ma anche questa, non è una notizia. O si?
Il giorno dopo l’uscita di questa foto in cui il portiere bacia il suo compagno postando la frase “Grazie mille per essere sempre al mio fianco, nella buona e nella cattiva sorte” i giornali di mezzo mondo ne hanno parlato e anche io, nel mio piccolo, mi sono permesso di dire due parole sui social scrivendo quanto segue: “Questa è una lezione di comunicazione e di coraggio. Coraggio perché in un mondo diciamo… “complicato” come quello del calcio mostrarsi così è coraggioso. Ci vorrebbero più Alberto Lejarraga nel calcio, fieri e coraggiosi sul serio. Sarebbe un mondo migliore.”
Le reazioni che ho avuto al post sono state disparate e molto trasversali anche se, devo dire, tutte estremamente civili. La più “estrema” e forse la più curiosa, è stata quella ricevuta da un mio carissimo amico che mi ha telefonato, letteralmente telefonato, preoccupato. Mi ha detto “ho visto al volo quello che hai pubblicato, ma sono in auto e non ho approfondito. Occhio che ti metti nei casini con questa roba”. La sua paura, il suo timore di questi casini, era dovuto al fatto che pensava che io fossi andato giù pesante con il mondo del calcio, con accuse di omofobia e amenità simili, ma l’ho tranquillizzato dicendogli che avrebbe visto che il post era inattaccabile non appena avesse avuto il tempo di leggerlo.
In diversi mi hanno detto che è un bellissimo gesto quello del portierone. In fondo il tweet di Lejarraga è diventato virale e conta più di 1.6 milioni di visualizzazioni, oltre 2.000 retweet e quasi 20.000 like ma non è nemmeno stata questa la reazione che mi ha fatto riflettere di più, quanto quelli che hanno criticato il gesto in sé. C’è stato qualcuno che mi ha detto “ah, se ti piace così” con una chiarissima declinazione denigratoria nelle parole, come se darmi dell’omosessuale potesse essere minimamente offensivo. Ma si sa, certa gente non ha abbastanza cervello per capire certe cose.
Alcuni invece hanno detestato l’espressione intima in pubblico, quel bacio, come se non ci fosse nulla da mostrare e, anzi, che fosse abbastanza inusuale e inopportuno mostrarsi in situazioni di questo tipo. Ora, detto che Lejarraga e il suo moroso in foto non stavano facendo nulla di particolare se non darsi un normalissimo bacio, mi sono trovato a riflettere su questa cosa: è opportuno mostrare i propri sentimenti e la propria intimità sui social o potrebbe essere offensivo? Dove alberga il confine tra condivisione e ostentazione? Nel cercare di rispondere a questa domanda mi sono trovato a pensare a una frase che lessi anni fa su LinkedIn, chiedo venia ma non ricordo l’autore, che diceva che se ti domandi quando un’azione possa essere sessista o potenzialmente denigratoria risponderti è semplicissimo, basta rovesciarla a sessi opposti.
Ognuno ha ovviamente il diritto di pensare quello che ritiene corretto e ha il diritto alle proprie opinioni, così come ognuno di noi ha la propria sensibilità e una sfera “dell’intimo” più o meno estesa, il che ci porta ad avere una percezione di quello che è bene pubblicare del tutto personale, ma se avessimo visto un calciatore baciare sua moglie e dire grazie mille per essere sempre al mio fianco, l’avremmo ritenuto di cattivo gusto?
Sono pressoché certo di no. L’avremmo trovato del tutto normale.
Ecco il punto. Siamo talmente chiusi nelle nostre congetture e blindati nelle nostre “abitudini alla normalità” che facciamo fatica a capire cosa possa davvero essere “normale”. Anzi, la stessa cosa fatta da due individui diversi la sentiamo risultare da una parte normale e dall’altra eccessiva. Il coraggio di Lejarraga non è stato baciare il suo compagno, cosa che presumo avvenga tutti i giorni, ma di farlo da calciatore, pubblicamente, mostrando la normalità di una cosa sdoganata tra uomo e donna ma non ancora tra due uomini, andando contro a quella parte di mondo calcistico rimasta in gran parte vincolata a una idea insana di onore deviato e di machismo ostentato. Se ai social possiamo dare anche un merito è certamente quello di essere un amplificatore sociale: sono i piccoli passi, le piccole cose che portano ai grandi cambiamenti e penso che il coraggio di Lejarraga sia uno di questi piccoli passi anche perché, la settimana successiva, allo stadio ci deve tornare lui.