Almeno per le prime due settimane nessun movimento interregionale, se non per i medesimi motivi attualmente previsti
La fuga in avanti del Nord che scalpita per riaprire e il timore delle Regioni del Sud di essere travolte da una ondata di contagi di ritorno nel momento in cui si abbasserà la guardia, ha aggiunto una nuova grana da risolvere per le varie task force designate dal Governo di programmare la Fase 2.
Niente spostamenti per le prime due settimane?
E così, nonostante l’Istituto superiore di sanità abbia detto e ripetuto che sarebbe auspicabile intraprendere misure nazionali per evitare nella Fase 2 la stessa confusione che il Paese ha già vissuto all’inizio della pandemia, sul tavolo degli esperti c’è ora la possibilità di un nuovo tipo di scaglione, oltre quelli presi finora in considerazione: quello degli spostamenti tra Regioni.
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L’idea sarebbe vietarli almeno per una o, più presumibilmente, due settimane, dato che l’unità di misura standard presa in considerazione finora per ogni provvedimento sono quei 14 giorni che servono al Coronavirus per manifestarsi una volta che si è introdotto in un nuovo organismo ospite. Le restrizioni dei dpcm attuali continuerebbero a valere dunque per gli spostamenti tra Regione e Regione, tendenzialmente vietati se non per motivi di salute e di lavoro urgenti e improrogabili. Mentre la morsa verrebbe allentata almeno all’interno delle singole Regioni, vedendo venir meno per esempio il divieto di lasciare il proprio Comune di residenza.
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La Lombardia resterà zona rossa?
C’è poi il nodo della regione Lombardia, che scalpita per tornare alla normalità ma che potrebbe di contro essere nuovamente indicata come “zona rossa” quando la quarantena nazionale avrà fine. Ieri Giovanni Rezza dell’Iss ha detto: “Ritornerà probabilmente a essere una delle misure che saranno particolarmente importanti proprio in una fase in cui non ci sia più un lock down completo del Paese, ma in cui necessariamente andranno mantenute delle misure strette e rigorose di distanziamento sociale”. Questo vuol dire che per quella Regione anche nella Fase 2 potrebbe essere mantenuto un controllo ancora più stringente e per molto più tempo, su chi entra e su chi esce, volto essenzialmente a limitare la circolazione delle persone in ogni direzione.
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Le parole di Vincenzo De Luca
A causare l’ennesimo grattacapo agli esperti da un lato le recenti affermazioni del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha chiesto al Governo il via libera per ripartire, subito spalleggiato da Veneto e Friuli Venezia Giulia, dall’altro le parole dell’omologo campano, Vincenzo De Luca, che ieri ha dichiarato: “Se dovessimo avere corse in avanti in Regioni dove c’è il contagio così forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo una ordinanza per vietare l’ingresso dei cittadini provenienti da quelle Regioni”. Il rischio è quello di dovere ascoltare le lamentele dei 21 rappresentanti territoriali, ciascuno portatore di istanze particolari e, in molti casi, in aperto contrasto con quelle dei confinanti. Per questo, l’ipotesi di aprire solo il traffico all’interno delle Regioni ma non all’esterno (a esclusione delle merci, si intende), una delle meno quotate della Fase 2, nelle ultime ore ha improvvisamente preso spessore.