L’Unione europea fa un timido richiamo a Vienna: non discriminare sulla nazionalità . Ma poi le lascia campo libero: “finché le decisioni sono prese sulla base dei criteri epidemiologici non abbiamo particolari problemiâ€
Sembrano destinate a ingigantirsi le frizioni tra Roma e Vienna, iniziate in campo economico, con l’aspra opposizione del premier austriaco, Sebastian Kurz, al piano d’aiuti Next Generation Eu di cui dovrebbe beneficiare soprattutto il nostro Paese e proseguite poi in tutt’altro terreno di gioco, quello delle frontiere chiuse tra Austria e Italia. Ancora chiuse per volontà unilaterale.

Quelle frontiere chiuse tra Austria e Italia
Il governo di Kurz ha deciso di anticipare i tempi e, sulla base degli ultimi dati di diffusione del Covid-19, interrompere già domani i controlli sistematici dei suoi confini. Con una eccezione: le frontiere chiuse tra Austria e Italia resteranno tali. “Mi dispiace, nulla contro l’Italia, è un nostro caro vicino, un Paese amico, apriremo il prima possibile”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Alexandre Schallenberg illustrando le nuove riaperture e specificando che non riguarderanno appunto i confini meridionali della nazione austriaca.

La decisione arriva tre mesi dopo aver limitato la libertà di movimento al fine di frenare la pandemia di Covid-19. “Da domani i controlli diventeranno puntuali e non saranno più automaticiâ€, ha illustrato Schallenberg in una conferenza stampa a Vienna, aggiungendo che il Paese manterrà le restrizioni con l’Italia a causa del numero di contaminazioni ancora registrate nella nostra nazione. L’Austria aveva precedentemente pianificato di ripristinare la piena libertà di movimento con i Paesi confinanti orientali e settentrionali il 15 giugno.
Leggi anche: Austria, Croazia, Grecia: quei Paesi che non vogliono italiani
Il mini-richiamo dell’Europa
La decisione di Vienna di mantenere le restrizioni del lock down lungo la frontiera tra Austria e Italia non piace però a Bruxelles, che tuttavia evita di intervenire nella discussione tra i due Paesi. “Non commentiamo le misure prese dai singoli Stati, ma abbiamo prodotto una serie di linee guida su come questi dovrebbero comportarsi”. “Questo – il solo richiamo arrivato dalla Commissione -, include il principio molto importante della non discriminazione basato sulla nazionalità , assicurando che le regioni con una situazione epidemiologica simile ricevano lo stesso trattamentoâ€. Così infatti un portavoce dell’esecutivo comunitario, rispondendo alla domanda di un cronista sulla misura dell’Austria di mantenere chiuso il confine con l’Italia.

“Bisogna distinguere due situazioni diverse – ha sottolineato il portavoce – una è quando c’è una violazione specifica della normativa europea sulla non-discriminazione, con chiari esempi di discriminazione basati sulla nazionalità . In questo caso esistono strumenti legali a disposizione delle persone coinvolte e della Commissione, in qualità di guardiana dei trattati. Quando si tratta invece di violazioni delle linee guida della Commissione Ue, l’approccio che preferiamo è il dialogo con i Paesi membri. Abbiamo già evidenziato in passato con gli Stati membri i problemi che ritenevamo legati al possibile non allineamento con le linee guidaâ€. “Non commento la situazione specifica – ha detto il portavoce, parlando delle frontiere chiuse tra Austria e Italia – ma finché le decisioni sono prese sulla base dei criteri epidemiologici non abbiamo particolari problemi con questoâ€.