Pubblichiamo un articolo di Gianluca Dettori originariamente scritto per il suo blog. La sua riflessione ci riporta al senso fondamentale che deve avere l’utilizzo di uno strumento tecnologico come Immuni: aiutarci a vivere una vita più normale possibile pur dovendo convivere con il virus
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Come prevedibile le polemiche su Immuni si sprecano e a guardare sui social ci sono due tipologie di polemisti:
- gli pseudo guru tecnologici, che non vedevano l’ora di usare l’occasione di polemica aggratis per ottenere due like in più sui social e fare gli splendidi;
- i veri geek che conoscono profondamente la materia tecnica e hanno giustamente le loro idee su temi come la privacy, la gestione dei dati, la sicurezza, il consorzio DP3T piuttosto che PEEP-PT, e così via;
Dei primi onestamente non me ne curerei, mentre rispetto ai geek, ammiro le loro competenze (che non pretendo minimamente di avere) conosco il loro modo di pensare, apprezzo le loro posizioni.
Tuttavia comunque la giriamo rimane un tema di fondo. Siamo tutti in quarantena da due mesi, la cosa non è sostenibile in questi termini a lungo e prima che avremo gli strumenti medici per risolvere il problema dovremo trovare un modo di convivere con il virus.
Qualcuno dovrà prendere una decisione su come implementare Immuni, e queste scelte, che non verranno prese da tecnici informatici, dovranno trovare un punto mediano tra la più totale tutela dei dati personali (impossibile qualunque protocollo si utilizzi) e la massima tutela dei cittadini sotto il profilo sanitario che richiede profonde incursioni nei dati dei cittadini.
La decisione dovrà fare delle scelte e dovrà considerare qual è il bene superiore della collettività.
E qual è questo bene? Un livello ragionevole di tranquillità nel tornare a vivere, lavorare, prendere la metropolitana, andare a fare la spesa. E per gestire la situazione che dovremo affrontare occorrerà avere a disposizione dati, informazioni e poterli gestire in casi di emergenza.
Leggo di scandalizzati per la combinazione di bluetooth e GPS. Ma di cosa stiamo parlando? Cosa proponete di fare se serve rintracciare rapidamente dati epidemiologici di massa per intere città o comunità? Oh..peccato non li abbiamo perchè troppo invasivi sulla privacy, cento morti in più e tutti in zona rossa, scusate.
Sono uno di quelli felice di cedere un po’ della propria privacy che peraltro è già compromesssa da centinaia di app che utilizzo normalmente, pur di stare tranquillo che non sto mettendo la mia comunità a rischio perchè sono entrato in contatto con COVID positivi e non lo sapevo. Magari sono diventato a rischio, dovrei stare in quarantena e non lo sapevo trovandomi dopo sulla coscienza amici e familiari. E non venite a dirmi che è più tutelante dare i miei dati GPS a Google che non allo Stato Italiano che.è un argomento ridicolo e inaccettabile.
Per cui direi: a tutti voi che non volete usare Immuni: non usatela, ma poi non pretendete di usare la metropolitana. Se non volete accettare il contact tracing perchè ritenete violi la vostra insindacabile necessità di privacy, la vostra posizione è rispettabile, non siete obbligati a usare l’applicazione, prendete la bici e difendete i vostri principi.
Il vostro sacrosanto diritto alla privacy non potrà prevalere contro il diritto della maggioranza degli Italiani che vogliono potersi tutelare il più possibile con i pochi strumenti che possono aiutarci in questa fase.
Immuni dovrebbe avere dei meccanismi di engagement ed incentivazione all’utilizzo, per cui chi accetta di rilasciare i propri dati ne otterrà dei vantaggi in termini di accesso a luoghi pubblici, possibilità di spostarsi, prendere treni, lavorare. E se parliamo di meccanismi di questo tipo ancora più di prima sono convinto che gente come Bending Spoons sono la miglior scelta che potevamo fare per assicurarci un profondo e ampio utilizzo dell’applicazione.
Quando saremo tutti vaccinati potremo cancellare Immuni dai nostri smartphone e tutti i suoi dati dai server.
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