Secondo 26 autorità garanti della privacy il 60% dei dispositivi smart che indossiamo o teniamo in casa come tv e braccialetti possono essere manipolati insieme ai loro dati
Secondo il Global Privacy Enforcement Network (GPEN), coalizione delle Autorità per la protezione dei dati personali di cui fa parte anche il Garante italiano, l’Internet delle cose è un pericolo per i consumatori che affidano parte della quotidianità a strumenti e gadget intelligenti. E questo accade nonostante la loro esponenziale diffusione prevista nei prossimi anni.
Su oltre trecento dispositivi elettronici connessi a Internet – come orologi e braccialetti intelligenti, contatori elettronici e termostati di ultima generazione – secondo l’indagine avviata lo scorso maggio dal GPEN, “Privacy Sweep 2016“, oltre la metà (il 60%) non ha superato l’esame di affidabilità dei Garanti della privacy di 26 Paesi partecipanti al GPEN.
Poche informazioni sulla gestione di dati e dispositivi intelligenti
L’indagine, di carattere internazionale, condotta per verificare il rispetto della privacy nell’Internet delle cose ha fatto emergere a livello globale gravi carenze circa le informazioni a tutela della privacy degli utenti:
- il 59% degli apparecchi non offre informazioni adeguate su come i dati personali degli interessati sono raccolti, utilizzati e comunicati a terzi;
- il 68% non fornisce appropriate informazioni sulle modalità di conservazione dei dati;
- il 72% non spiega agli utenti come cancellare i dati dal dispositivo;
- il 38% non garantisce semplici modalità di contatto ai clienti che desiderano chiarimenti in merito al rispetto della propria privacy.
Alcuni dispositivi analizzati hanno presentato anche problemi relativi sicurezza dei dati, poiché trasmettono informazioni relative alla salute degli utenti “in chiaro” al proprio medico curante.
Segnali incoraggianti dall’Italia?
I risultati delle analisi condotte dal Garante italiano sul rispetto della privacy da parte di alcune delle principali società nazionali che offrono prodotti nel settore della domotica sembrano appena migliori da un punto di vista statistico:
- il 10% infatti non fornisce agli utenti alcuna informazione su come i loro dati personali sono raccolti, utilizzati e comunicati a terzi. i
- il 20% non fornisce appropriate informazioni sulle modalità di conservazione dei dati;
- il 30% non garantisce semplici modalità di contatto ai clienti che desiderano chiarimenti in merito al rispetto della propria privacy;
- il 90% non spiega agli utenti come cancellare i propri dati dal dispositivo.
Che cos’è il Global Privacy Enforcement Network (GPEN)
Il GPEN (Rete globale per l’applicazione delle norme in materia di privacy) comprende, ad oggi, 57 Autorità in 43 Paesi. È stato costituito nel 2010 facendo seguito ad una raccomandazione dell’OCSE. L’obiettivo è quello di promuovere la cooperazione internazionale fra le Autorità di controllo in materia di privacy alla luce della crescente globalizzazione dei mercati e dell’esigenza di imprese e consumatori di disporre di un flusso di informazioni personali senza soluzioni di continuità, indipendentemente dai confini nazionali.
I membri del GPEN si impegnano a collaborare per rafforzare la tutela della privacy in tale contesto globale.