L’iniziativa firmata dalla Società italiana di pneumologia punta a diffondere la conoscenza e l’utilizzo di uno strumento importante per monitorare la salute, disponibile in 1.200 farmacie sparse per il Paese
Trentamila saturimetri gratuiti destinati a chi soffre di patologie respiratorie, così da placare le complicanze gravi da Covid cui sono soggetti coloro che devono fare i conti con tali malattie. Una iniziativa che passa dalla distribuzione della prima fornitura presso le circa 1.200 farmacie sparse per l’Italia che hanno abbracciato il progetto, mirato a diffondere la conoscenza e l’uso di un dispositivo strategico per monitorare le condizioni dei pazienti contagiati e prevenire eventuali peggioramenti.
L’iniziativa
Acquistatati tramite i fondi donati alla Società italiana di pneumologia, i saturimetri arriveranno nelle farmacie (22 dispositivi per ogni singola attività) grazie a Federfarma nell’arco dei prossimi 30-60 giorni e saranno indirizzati a cittadini o nuclei famigliari al cui interno vi sia una persona colpita da asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (nota anche con la sigla bpco), che in Italia nel complesso sono circa 1 milione. L’idea di far entrare i saturimetri nelle case di chi più ne ha bisogno nasce dalla necessità di avere un alleato anti-Covid, considerato “quasi un secondo termometro che è ancora poco noto” da Luca Richeldi, presidente della Sip e membro del Comitato tecnico scientifico. Da qui deriva l’importanza assunta in questo caso dai farmacisti, che grazie alla conoscenza del territorio e dei clienti sapranno individuare i soggetti cui spetteranno i dispositivi gratuiti.
Perché è importante il saturimetro
Denominato talvolta anche pulsiossimetro o ossimetro, il saturimetro ha dimensioni compatte e una forma simile a una molla e va applicato in maniera semplice e rapida sul dito indice o medio (la misurazione va effettuata dopo qualche minuto di riposo, con la mano che non deve essere fredda e con un’unghia sana e senza smalto), leggendo i dati riportati sul mini display led integrato. Nello specifico, consente di misurare la saturazione di ossigeno presente nel sangue arterioso periferico e, al contempo, di controllare la frequenza cardiaca. Per questo è importante che chi soffre di certi disturbi possa averlo sempre a portata di mano, così da monitorare la quantità di ossigeno nel sangue senza dover recarsi presso strutture specialistiche. Come in tanti hanno imparato nel corso degli ultimi mesi, i valori della saturazione si aggirano dal 95% al 100%, soglia riferita a una buona condizione del soggetto, mentre quando si scende sotto questa cifra scattano problemi: sotto al 95% si tratta di una situazione di ipossiemia con poca quantità di ossigeno nel sangue ma se si cala ulteriormente fino a registrare valori inferiori al 90% lo scenario si fa pesante ed è bene rivolgersi subito al proprio medico.
Qual è il modello giusto?
Premesso che lo stesso Richeldi suggerisce di effettuare il monitoraggio anche a chi non accusa disturbi respiratori, poiché “si può verificare una condizione di ipossia silente con l’ossigeno che diminuisce nel sangue senza che il paziente se ne renda conto, ritardando così l’arrivo in ospedale”, il saturimetro è salito alla ribalta durante i mesi del lockdown della scorsa primavera con l’impennata di richieste che si sono mantenute nel corso dei mesi e prezzi in crescita rispetto al passato. Cercando online si trovano modelli di tutti i tipi con cartellini parecchio differenti, anche se affidarsi a versioni troppo economiche (ce ne sono da 10 euro) può rivelarsi un boomerang in tema di efficacia, come pure poco sensato è andare a puntare su saturimetri semiprofessionali con spese oltre i 100 euro. Al netto dei rincari, quindi, fornire gratuitamente un dispositivo importante per salvaguardare le condizioni di salute è una iniziativa importante e lodevole. A patto che i 30.000 saturimetri di questa prima fase finiscano tutti nelle mani di chi più ne ha bisogno.